Quarta storica doppietta Mercedes a Baku: chi ci ricorda?

Il Gran Premio di Azerbaigian finisce come tutti i tre che lo hanno preceduto: prima una Mercedes, seconda un’altra Mercedes. Stavolta è Bottas a prevalere, ed è una buona notizia, per l’incertezza del campionato. Ma non credo che Hamilton sia in difficoltà di fronte al rigenerato compagno di squadra. Non come lo fu con Rosberg qualche anno fa, sicuramente.

Hamilton attacca Bottas alla partenza: ma fallisce quella che si rivelerà l’unica occasione

In difficoltà, semmai, sono gli avversari. Sì, perchè un dominio di questa natura ricorda tanto la Ferrari dell’era Schumacher, che non arrivava alla fine con quaranta secondi di vantaggio, quasi mai, che certe volte si inventava strategie fantasiose con soste impreviste, giri veloci su gomme usurate e imprevedibili rimonte. Ma il succo era quello. Primo Schumacher, secondo Barrichello, Williams e McLaren a spartirsi le briciole.

Vettel dice che la macchina è veloce, che sperava di avvicinarsi ai capofila, e per alcuni giri lo ha anche fatto, ma poi ha avuto le solite difficoltà con le gomme ed ha perso aderenza. Ecco, nelle sconfitte della Ferrari di questo inizio di stagione, se si esclude lo sfortunato esito della corsa di Leclerc in Bahrein, la costante è proprio quella: la Ferrari non riesce a capire le gomme. Va forte quando riesce a tenerle nella giusta temperatura, ma basta sbagliare il giro di uscita, forzare troppo il ritmo in un tentativo di sorpasso o stare qualche minuto dietro un’altra macchina che la magia finisce e la Rossa torna a scivolare. E non bastano le strategie, la bravura dei piloti (entrambi ben oltre la sufficienza a Baku) per impensierire le frecce d’argento.

Il coraggioso Leclerc in testa per lunga parte della gara

Alla fine del Gran Premio, a dire il vero, Vettel ha detto anche un’altra verità: e cioè che anche la Mercedes probabilmente, non sta capendo molto le gomme. Lo conferma l’elastico tra Hamilton e Vettel che ha caratterizzato praticamente tutta la gara, col tedesco mai veramente staccato dal duo di testa eppure incapace di avvicinarsi neppure a quel secondo di distacco che con l’effetto DRS avrebbe comportato buone possibilità di attaccare le prime due posizioni. Preoccupa però che quando i primi due si sono messi a duellare “per davvero” Sebastian ha subito visto il suo distacco salire fino agli undici secondi finali.

Undici secondi: praticamente tre decimi a giro. Quelli che ci sono in qualifica, quelli che ci sono in gara, quelli che ci sono ovunque, sulle chicane e i cambi di direzione dell’Australia, sull’alternanza di curve lente e veloci di Shanghai, e infine anche sul tracciato cittadino di Baku. In tutte le configurazioni la Mercedes si tiene in tasca questo margine, in maniera più o meno sicura, ma inesorabilmente. E infatti vince lei. Come la Ferrari di Schumacher.

Ricciardo attacca goffamente Kvyat

Una sguardo al resto del gruppo, giunto senza troppi scossoni alla fine di una gara abbastanza noiosa e meno vivace di quelle corse a Baku negli altri anni: Verstappen è stato grande. Nessuna sbavatura, un recupero incredibile sui primi e una Virtual Safety Car che gli ha fatto raffreddare le gomme impedendogli l’assalto finale. Con una RedBull migliore il talento dell’olandese sarebbe premiato dai risultati che merita.

La gara degli altri l’ha vinta Perez, con una Racing Point in palla fin dalle prove, davanti alle ottime McLaren di Sainz e Norris (ormai una certezza, il rendimento di questo debuttante). Un punticino, d’esperienza, per Raikkonen. Disastrose le Renault, in particolare Ricciardo, l’ombra del campione degli scorsi anni. Urge iniezione di morale per l’asso australiano.

Ora sotto con gli aggiornamenti in vista del Gran Premio di Spagna. In inverno al Montmelò la Ferrari volava. Ma adesso quei tre decimi…

 

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.