Baku: un altro esame per la Ferrari

A me il circuito di Baku non dispiace. E’ un circuito cittadino, sarebbe meglio che non ce ne fossero troppi in calendario, ma rispetto al fratello maggiore di Sochi è venuto fuori senz’altro meglio.

Vettel vicino alla torre antica: il punto più stretto e caratteristico della pista

Intanto è un circuito con delle peculiarità. Il rettilineo lunghissimo, la prima parte tutta allunghi e curve strette (ricorda Detroit, circuito odiato negli anni ’80 ma che aveva un certo caratteraccio), poi la salita strettissima verso il centro storico costeggiando una torre antica che se qualcuno fa un incidente lì l’UNESCO fa chiudere a tutti bottega, immediatamente. Infine la discesa a rompicollo verso il lungomare, con curve per niente banali, e il ritorno verso la zona di partenza percorrendo in senso opposto la mezzeria di destra della stessa strada percorsa un minuto prima. Non male, insomma. E infatti i tre Gran Premi corsi a Baku sono stati sempre divertenti. L’anno scorso Bottas aveva in mano la gara ma forò, Vettel provo a superare Bottas alla ripartenza dopo l’immancabile safety car ma fallì (strano…) e la vittoria andò al sonnacchioso Hamilton. Ricciardo e Verstappen la combinarono ancora più grossa con un bel brake testing di Verstappen e fine rettilineo e l’inesorabile tamponamento da parte dell’australiano. Probabilmente il comportamento della scuderia dopo quell’episodio fu il primo indizio della piega che avrebbe poi preso il rapporto tra Redbull e Ricciardo da lì a fine stagione.

Da una foratura iniziò a Baku l’anno orribile di Bottas

E quest’anno? Reduce da tre doppiette consecutive, più o meno fortunate, la Mercedes si presenta favorita. Non di molto, ma favorita. Perchè ho la leggera sensazione che, quale che sia nello specifico il problema che ha impedito alla Ferrari di ripetere per due volte su tre le prestazioni delle prove invernali, la Rossa soffra molto temperature basse e asfalti lisci, come se non riuscisse a mandare in temperatura le gomme quando si verificano queste condizioni. E il Gran Premio di Azerbaigian purtroppo non offre nè caldo estivo nè asfalto abrasivo. Spero ovviamente di sbagliarmi, ma temo che in Ferrari si dovrà tentare di limitare i danni, approfittando magari di qualche estemporanea occasione di trarre dei vantaggi (safety car, detriti in pista, incidenti che alterano la normale valutazione strategica della gara, a Baku succede).

Una Mercedes dietro la Safety Car. Si può scommetterci che succedere anche quest’anno

La RedBull, ancora più della Ferrari, è la vera delusione di inizio anno. E infatti dopo le immotivate dichiarazioni di guerra di qualche settimane fa Horner e Marko hanno di molto abbassato la cresta. La macchina non è minimamente all’altezza del confronto con le prime due, e solo il talento di Verstappen ha garantito il terzo posto nella classifica piloti. Ma la vittoria è lontanissima, sebbene su questo circuito la scuderia anglo nipponica abbia una buona tradizione.
Alle altre ovviamente non resta che la solita indiavolata lotta di centro gruppo. L’Alfa Romeo è un po’ tornata nei ranghi, dopo gli exploit della fine dello scorso anno, e pur avendo in Raikkonen un valido e affidabile cacciatore di punti, il ruolo di quarta forza mi pare decisamente appannaggio della Renault. Soffrono di problemi di affidabilità, i gialloneri, ma Hulkenberg e Ricciardo, se arrivano in fondo, hanno grosse probabilità di farlo davanti ad Haas, Toro Rosso, Racing Point, McLaren e appunto Alfa Romeo, non necessariamente nell’ordine.
Sono curioso di vedere come si comportano Albon e Norris, che alla loro terza gara hanno già mostrato doti notevoli, e lotteranno anche stavolta per portare le loro scalcinate carrette nei primi dieci. Lo farebbe anche Russell, se avesse una macchina con meno problemi. Ma la rincorsa della Williams è ancora lontana dal compiersi.
Ho volutamente eluso di affrontare l’argomento più trattato del dopo Cina, cioè gli ordini di scuderia della Ferrari ai danni di Leclerc. Confermo che il vero errore è stato tenerlo fuori per tre giri di troppo nel secondo stint, non lo swapping delle posizioni con Vettel. E confermo anche che il vero problema di Binotto sta nel far funzionare al meglio questa macchina, la gestione dei piloti verrà di conseguenza. Anche se per il tedesco il tempo sta scadendo. Se Leclerc si conquista in pista i galloni del primo pilota non credo che dai box continueranno ancora a lungo a toglierglieli.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.