La Ferrari presenta la SF 1000: ma per i giudizi è bene aspettare

Teatri, disc jockey, balletti, presentatori. Una presentazione piuttosto sfarzosa, quella della Ferrari SF 1000, la nuova nata di Maranello che dovrebbe (vorrebbe) annullare il divario da Mercedes e RedBull (sì, anche RedBull) e consentire a Vettel e Leclerc di scontrarsi liberamente tra loro magari lottando per il mondiale.
La macchina, ad una prima occhiata, mi è sembrata uguale a quella dello scorso anno. Ero molto curioso di vedere se l’alettone anteriore sarebbe stato diverso, invece nemmeno quello è cambiato, a meno che non ne presentino uno nuovo in Spagna la prossima settimana. Mi dicono: ma guarda che nella parte centrale è stato fatto un grosso lavoro di snellimento. Sì, probabilmente è vero, come è vero che tutti quei bargeboards davanti alle piccolissime fiancate sono testimonianza di un’attività accuratissima di rifinitura dei particolari. Il problema è che questi discorsi li ho sentiti cento o mille volte, in occasione di tutte le presentazioni delle nuove monoposto, fossero futuri missili o innominabili carriole, e allora tanto vale per una
volta non commentarli, e aspettare più fruttuose occasioni.

Un’immagine frontale della SF 1000

Le prove spagnole della prossima settimana, per esempio, in cui si capirà quantomeno se la macchina sta insieme e percorre lunghe distanze senza problemi di affidabilità e gestione delle gomme. Per le prestazioni occorre essere ancora più cauti: quelle si capiranno solo in Australia; gli anni passati dovrebbero essere d’insegnamento sulle illusioni del Montmelò, infrante poi tragicamente sull’asfalto di Melbourne.

Prime foto anche per la nuova RedBull

E allora avanti con altre presentazioni. Oggi è toccato a RedBull e Renault, poi in pochi giorni tutte le altre. Le vetture, non essendo cambiati i regolamenti, sono molto simili a quelle dello scorso anno, molto simili tra loro, anche. Ci vuole un bello sforzo per eccitarsi di fronte a questi vernissage, diciamo la verità.
Chi vivrà vedrà.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.