La Ferrari presenta la SF 1000: ma per i giudizi è bene aspettare
Teatri, disc jockey, balletti, presentatori. Una presentazione piuttosto sfarzosa, quella della Ferrari SF 1000, la nuova nata di Maranello che dovrebbe (vorrebbe) annullare il divario da Mercedes e RedBull (sì, anche RedBull) e consentire a Vettel e Leclerc di scontrarsi liberamente tra loro magari lottando per il mondiale.
La macchina, ad una prima occhiata, mi è sembrata uguale a quella dello scorso anno. Ero molto curioso di vedere se l’alettone anteriore sarebbe stato diverso, invece nemmeno quello è cambiato, a meno che non ne presentino uno nuovo in Spagna la prossima settimana. Mi dicono: ma guarda che nella parte centrale è stato fatto un grosso lavoro di snellimento. Sì, probabilmente è vero, come è vero che tutti quei bargeboards davanti alle piccolissime fiancate sono testimonianza di un’attività accuratissima di rifinitura dei particolari. Il problema è che questi discorsi li ho sentiti cento o mille volte, in occasione di tutte le presentazioni delle nuove monoposto, fossero futuri missili o innominabili carriole, e allora tanto vale per una
volta non commentarli, e aspettare più fruttuose occasioni.
Le prove spagnole della prossima settimana, per esempio, in cui si capirà quantomeno se la macchina sta insieme e percorre lunghe distanze senza problemi di affidabilità e gestione delle gomme. Per le prestazioni occorre essere ancora più cauti: quelle si capiranno solo in Australia; gli anni passati dovrebbero essere d’insegnamento sulle illusioni del Montmelò, infrante poi tragicamente sull’asfalto di Melbourne.
E allora avanti con altre presentazioni. Oggi è toccato a RedBull e Renault, poi in pochi giorni tutte le altre. Le vetture, non essendo cambiati i regolamenti, sono molto simili a quelle dello scorso anno, molto simili tra loro, anche. Ci vuole un bello sforzo per eccitarsi di fronte a questi vernissage, diciamo la verità.
Chi vivrà vedrà.