Chiusura col contentino per Redbull. Addio 2020

Alla fine forse nemmeno Verstappen aveva tutta questa voglia di festeggiare. Prevale il sollievo per la conclusione di una stagione faticosissima, con un risultato scritto sin dall’inizio, che ha portato in giro per il mondo in una specie di bolla sanitaria centinaia di persone: isolate, tamponate, controllate, mascherate. Si è corso per dovere, diciamo la verità, per raggiungere quel minimo di gare che garantisse la riscossione dei soldi per i diritti TV, ma a parte qualche bell’episodio (come le vittorie di Gasly e Perez o l’utilizzo di circuiti molto belli come Mugello e Portimao) non ci si è mai potuti distrarre dall’incombenza della pandemia e la stagione 2020 va in archivio come una delle più travagliate di sempre.

Uno stanchissimo Hamilton si congeda con un terzo posto

La chiusura di Abu Dhabi è stata una delle gare con meno contenuto agonistico che si ricordi. I motori Mercedes depotenziati dopo qualche guasto incomprensibile nelle ultime occasioni; Hamilton convalescente dal Covid che si teneva a stento in piedi; Bottas in piena crisi dopo la batosta subito da Russell a Sakhir; Perez subito fuori per un guasto (e quindi McLaren a quel punto pressochè sicura del terzo posto nel campionato costruttori)…a quel punto quale poteva essere il motivo di interesse per un gran premio che già di suo fa fatica a raccogliere consensi a causa di un tracciato a dir poco demenziale? Non se ne trovano, se non di secondo piano. Albon ha finalmente disputato una gara all’altezza della macchina che si ritrova, ma solo nelle prossime settimane saprà se è sufficiente per conservare il posto in squadra. Le McLaren hanno chiuso in bellezza la stagione della rinascita, che potrebbe segnare il ritorno ai vertici di questa gloriosa scuderia, anche perchè dal prossimo anno saranno motorizzati “stella a tre punte”. Dal resto del gruppo solo conferme del valore espresso durante l’anno, o mesti addii di piloti che cambieranno casacca o lasceranno la Formula 1.

I saluti a Vettel: sinceri ma malinconici

Abbastanza straziante il saluto di Vettel: i tedeschi non brillano per gusto e raffinatezza, ma la versione di Azzurro cantata dall’abitacolo alla fine della corsa è stata abbastanza struggente. Vettel ha dovuto ammettere che la sua avventura con le rosse, il sogno di una vita, è stata complessivamente un fallimento. Lascia tante amicizie e rapporti umani indimenticabili, perchè è uomo che conosce il valore della riconoscenza, ma anche le macerie di una squadra letteralmente allo sbando, mai vista in queste condizioni da chi ha meno di quarant’anni. Doppiate, incapaci di superare Raikkonen, mal guidate dal muretto, le rosse chiudono al tredicesimo e quattordicesimo posto l’ennesimo gran premio da incubo. Intanto ha lasciato l’amministratore delegato, è stato spedito in Haas un tecnico ritenuto universalmente molto valido come Simone Resta, è confermato alla guida della squadra il buon Binotto, che non mette il naso fuori da Maranello da un mese e più. Cos’abbiano in mente in Ferrari, ma soprattutto in FIAT, per far ripartire il cavallino è davvero difficile da capire.

Buone vacanze a tutti.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.