Il pasticcio Mercedes e, finalmente, la prima di Perez

Era un esercizio mentale: mettere sulla macchina del pluri mega campione un ragazzino di (gran) belle speranze e vedere che succedeva. Fosse arrivato dietro Bottas, beh, tutto normale; fosse arrivato davanti, come stava accadendo, via a dibattiti, chat, messaggi sulla superiorità Mercedes, sulle reali capacità di Hamilton che forse alla fine non è tutto ‘sto granchè, sulla dabbenaggine del finlandese e via così, giudicando in base ad una gara su un bel circuitino di tre chilometri carriere decennali e lustri di successi. E invece l’esercizio è riuscito a metà: perchè proprio sul più bello di questo remake di Una poltrona per due (è anche il periodo giusto) con Eddie Murphy Russell messo al posto di Dan Aykroyd Hamilton (che non ha potuto ricambiare causa Covid), quegli sbruffoni della Mercedes hanno buttato all’aria tutto il progetto con un doppio cambio gomme disastroso. A pensarci, quattro gomme da togliere e quattro da mettere, moltiplicate per due macchine, alcune gialle alcune bianche, in tutto sedici pneumatici che ballano in dieci metri quadrati di piazzola di fronte ai box, insomma a pensarci è più facile sbagliarsi, che non fare tutto bene. E infatti il team anglo tedesco ha rovinato la gara di due piloti in un colpo solo, rimandando di una settimana l’esito dell’interessantissimo esperimento. Meglio per Hamilton, che comunque ha ben altro a cui pensare in questo tremendo periodo.

Russell avrebbe vinto senza i problemi con le gomme

Dopo che anche Leclerc ci aveva messo del suo, alla quarta curva, per togliere di mezzo Verstappen e se stesso dalla lotta per la vittoria con una manovra di quelle che per ora non gli costano quasi niente, era evidente che l’ordine di arrivo sarebbe stato frutto del caos, cioè di quella abituale battaglia di centrogruppo decisa da safety car, cambi gomme, strategie e che tanto somiglia ad un soffio di vento su un mucchio di coriandoli. Ne è così uscito vincitore Sergio Perez, a dire il vero quello che se lo meritava di più, e da molto tempo, visto che la sua carriera è stata una strana rincorsa ad un futuro radioso che un arrivava mai. E forse non arriva neanche stavolta, visto che nei prossimi giorni il campione messicano potrebbe (dover) annunciare un anno sabbatico dato che sull’unico sedile ancora libero alla RedBull Helmut Marko preferisce metterci il mansueto Hulkenberg, e non uno che potrebbe anche violare il regno incontrastato della iena olandese.

Leclerc alla quarta curva manifesta un po' troppo entusiasmo
Leclerc alla quarta curva manifesta un po’ troppo entusiasmo

Nel caos dei coriandoli anche il secondo posto non è meno sorprendente: lo ha acciuffato Ocon, stralunato lungagnone francese dal sorriso da schiaffi che di solito le busca da Ricciardo, ma ieri ha pescato il numero giusto e adesso può affrontare con un po’ più di fiducia l’attesa della prossima stagione, quando dall’altra parte del box ci sarà Alonso. Terzo Stroll, parecchio arrabbiato nel vedere che il babbo doveva festeggiare alla fine la prima vittoria della scuderia dando vigorose pacche sulle spalle del compagno di squadra.

Con chi è ridotto a duellare Vettel
Con chi è ridotto a duellare Vettel…

Della Ferrari meglio parlare il meno possibile: il piedone di Leclerc aveva fatto sognare qualcosa di concreto, al sabato, ma alla domenica dopo trenta secondi si era già capito come sarebbe andata a finire. Ovvero che manca una sola settimana, e poi da Maranello si potrà sentire un grandissimo e generalizzato sospiro di sollievo per la conclusione di una della stagioni più deludenti degli ultimi decenni.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.