Hamilton raggiunge le 91 vittorie di Schumacher. Ed è una festa

Che senso hanno, i record? Forse non quello del confronto. Perchè tra Hamilton e Schumacher si rischia di perdere la strada.

Più forte Schumacher? Sì, perchè le sue vittorie con recuperi prodigiosi, incredibili peripezie sul bagnato, strategie a quattro soste, attraversamenti nei box, lotte a suon di giri veloci per intere gare (si veda per esempio il duello con Montoya a Monza 2003) a Hamilton è capitato raramente, di doverle imitare. E Schumi una bomba sotto al sedere simile alla Mercedes dell’era ibrida non l’ha avuta, se non per due o tre stagioni di meraviglie ferrariste.

Più forte Hamilton? Sì, perchè intanto il record l’ha raggiunto, ma tra qualche settimana lo supererà, e lo migliorerà anche di molto. E poi vincerà ancora un altro mondiale, e probabilmente un altro ancora. E poi Hamilton non è mai stato scorretto come Schumacher (anche se il tedesco, pilota sì durissimo, non ha compiuto nefandezze peggiori rispetto a Senna, Prost, Mansell, per rimanere ai campioni più recenti). E dall’altra parte del box ha avuto piloti buoni come Bottas, molto bravi come Rosberg e Button, ma comunque non cavallini azzoppati da espliciti contratti da seconda guida, come era con gli Irvine, i Barrichello o i Massa di turno.

Non se ne esce. Le diatribe tra tifosi, ma verrebbe da dire tra i detrattori di Schumacher e i detrattori di Hamilton, non finiranno mai, tanto meno in quest’epoca in cui il web mette a disposizioni di chiunque voglia chiacchierarne uno spazio praticamente infinito.

E allora viene probabilmente da prendere il discorso dalla parte opposta. E sottolineare che chi è stato sinceramente tifoso di Schumacher, o anche suo semplice ammiratore, riconoscendo il suo enorme talento e la sua passione, non può non esserlo per gli stessi motivi anche di Hamilton, che porta treccine che a casa Schumacher non ha sfoggiato neanche Gina Maria da piccola, ma che dimostra quelle stesse doti. E che il senso di un record non è il mantenerlo più a lungo possibile, ma il passarlo, come un testimone, a chi ne è degno erede. E’ probabilmente questo, il punto di vista giusto. E allora non c’è dubbio che veder raggiunto il primato di vittorie di Schumi da un autentico fuoriclasse come l’inglese non induce a nostalgia e dolore. Deve invece solo rendere contenti gli appassionati veri, chè l’eredità di Michael non è andata dispersa, ma è in buone mani.

A casa Schumacher l’hanno capito. Chiunque abbia detto a Mick di aspettare Lewis all’arrivo e consegnargli quel casco rosso con cui lui ha festeggiato il podio (sia stato Michael a volerlo, oppure la moglie Corinna, ideale esecutrice dei suoi pensieri) ha fatto bene.

Lo sport è questo. Il resto fa solo volume.

Share it:

David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.