Pagelle del 2019: le scuderie

Mercedes: nelle prove di Febbraio portano una nuova vettura “sperimentale” che si prende quasi un secondo dalla Ferrari. Tre giorni dopo ne hanno in pista una completamente diversa, che di lì a poche settimane dà sette decimi a tutti nelle prove di Melbourne. All’ultimo Gran Premio, in Dicembre, domina con Hamilton e risale dal fondo fino al quarto posto con Bottas, con entrambi i titoli già in carniere da diverse settimane. E’ l’inizio e la fine dell’ennesima stagione dominata. Non fanno paura le vittorie già nell’albo d’oro, spaventa il fatto che non si vede come questo dominio possa finire.
Ferrari: sufficienza stiracchiatissima. La Mercedes è irraggiungibile per tutto l’anno, tranne in autunno quando grazie ad un super motore Leclerc e Vettel strappano le tre vittorie che permettono di considerare questo 2019 una stagione non completamente da buttare. Ma il sottosterzo nelle curve medio lente, cioè quel tipo di curva che ormai caratterizza il novanta per cento delle ridicole piste su cui si corre il mondiale, oltre alla scarsa comprensione del comportamento delle gomme, sono stati problemi irrisolti per tutto l’anno. Problemi molto gravi. Binotto dovrebbe concentrarsi su questo, e forse sarebbe meglio (doveroso, anzi) che dei piloti, delle altre scuderie, della federazione, del rapporto con gli sponsor si occupasse qualcun altro.

La Mclaren è stata la rivelazione dell’anno

RedBull: l’essere riusciti a stabilire con Honda una collaborazione che ha portato la scuderia di Horner ad avere finalmente un motore all’altezza degli altri è il più grosso successo della stagione. I telai li sanno fare, l’aerodinamica per Newey non ha segreti e Verstappen è una certezza. Gli ingredienti per puntare al prossimo mondiale ci sono tutti. Ma è davvero quella giusta la politica seguita nella scelta del secondo pilota?
McLaren: la scuderia dell’anno. Dopo anni di buio totale torna alla ribalta una delle squadre storiche della Formula 1, grazie ad un progetto semplice e concreto, una collaborazione rispettosa con Renault (in attesa di riavere le Power Unit Mercedes nel 2021) e due piloti bravi a lavorare insieme, stimolandosi a vicenda senza innescare rivalità controproducenti. Bravissimi!

L’Alfa Romeo: da quarta forza a cenerentola di centro gruppo. Deludente

Renault: tutto ma non finire dietro la McLaren. Questo avrebbero firmato i manager francesi all’inizio dell’anno. E infatti sono finiti dietro alla McLaren. Uno smacco, causato anche dalle frequenti rotture proprio delle Power Unit. L’essersi proposti come obiettivo della stagione il raggiungimento della RedBull la dice lunga su quanto fossero chiare le idee di Abiteboul alla vigilia di questo 2019 senza podi, senza guizzi, senza segni di progresso. La doppia squalifica di Suzuka denota una gran confusione tecnica. A Parigi si stanno stancando di buttare soldi senza vedere risultati.
Toro Rosso: la solita Toro Rosso nella colonna di destra della classifica. Due storici podi, con Kvyat in Germania e Gasly in Brasile, rischiano di ammaliare chi crede che la futura Alpha Tauri possa lottare per le prime posizioni a breve termine. In realtà è stata ancora una volta la Cenerentola di casa RedBull, e tale resterà anche il prossimo anno.
Racing Point: la confusione sulla proprietà, i soldi di babbo Stroll, la prospettiva di un accorso con l’Aston Martin. La scuderia rosa fa notizia più nel paddock che in pista. La macchina è stata deboluccia, Perez ottimo, ma in passato si sono viste annate migliori.

Alla Williams avrebbero fatto meglio a schierare questa vettura…

Alfa Romeo: una delle delusioni dell’anno. Finire il 2018 come quarta forza ed iniziare il 2019 con gli ottimi risultati di Raikkonen ha illuso molti. Ma poi dopo l’estate la squadra ha completamente perso il treno del gruppo, trovandosi spesso a lottare nettamente lontano dalla zona punti. Perdere i tecnici migliori verso la Ferrari non fa ben sperare per il futuro. Dispiace soprattutto per il marchio…
Haas: la scuderia più pasticciona del paddock. In prova spesso sono stati dei fulmini, in gara hanno il record dei sorpassi subiti. Spesso fermati da problemi che le altre squadre non hanno da anni, solo la grinta di Magnussen ha salvato il salvabile. Facile ora pensare che il connubio con questi tizi di Rich Energy potesse risolversi in un mezzo disastro, più difficile capire dove vuole andare questa squadra, visto che ha confermato Grosjean anche per il prossimo anno.
Williams: erano tanti anni che una scuderia non si mostrava così lenta nei confronti degli altri. Problemi economici gravissimi, le parti di ricambio che non bastano per permettere un weekend tranquillo a due macchine, i piloti che vanno davanti alla stampa e non sanno che cosa dire. Toccato il fondo riuscirà a risalire? Inevitabile sperarlo, data la storia della Williams. Difficile aspettarselo, visti i presupposti. 

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.