L’incubo rosso si materializza in Australia

Mi sono addormentato. A dieci giri dalla fine. Perchè anche questo Gran Premio d’Australia ha confermato

Il campione del mondo ancora un po’ intorpidito dai bagordi

le peggiori peculiarità della formula 1 moderna, e cioè che tra i primi tre team e gli altri c’è una distanza siderale, che a metà schieramento regna un grande equilibrio che però non si tramuta in sorpassi o cambi di posizione, che le gare sono decise dalle strategie e che i circuiti permettono ai piloti errori anche marchiani, senza “punirli” a sufficienza.

E poi, onestamente, mi sono addormentato anche perchè la Ferrari ha offerto una prestazione a dir poco disarmante. Davvero pessimo il ritmo delle due rosse, incapaci di attaccare le Mercedes e di difendersi da Verstappen, e alla fine staccate di un minuto dal sorprendente Bottas. Anche questa è una brutta notizia: se di fronte al solito Hamilton sonnacchioso di fine vacanze invernali il finlandese si permette una strapazzata del genere chissà cosa potrà accadere quando vedremo in pista l’Hamilton cattivo della scorsa stagione, magari non penalizzato dai piccoli problemi tecnici denunciati dall’inglese a fine gara (si parla di un piccolo ma significativo danneggiamento al fondo della vettura).

Alla partenza primo disastro stagionale per il povero Ricciardo

Svegliandosi dall’incubo si può invece osservare, per puro spirito di consolazione, che in tutto il fine settimana la Ferrari non è mai riuscita a capire come far funzionare le gomme, e che magari già dalle prossime gare si riuscirà a vedere in pista una macchina competitiva, bella copia e non pallido ricordo di quella vista nelle prove di Barcellona. E poi aggiungiamo che non sarebbe la prima volta che la prima gara dice una cosa e il proseguo della stagione ne dice un’altra, quindi aspettiamo a trarre conclusioni disperate e disperanti. Anche se non si può negare che l’ago della bilancia premia indiscutibilmente il team di Wolf, e anche quello di Horner, mentre a Maranello si prospettano lunghe analisi dei dati e notti insonni a provare assetti e simulare le condizioni di utilizzo di queste maledette gomme Pirelli.

Dura anche per Leclerc, con questa Ferrari

Del resto del gruppo, come detto, dispiace non vedere tramutati in duelli all’arma bianca i confronti che ci sono in pista: perchè sono veramente tutti lì. Alfa Romeo, Haas, McLaren (più Norris che Sainz), Racing Point e Renault sono così vicine nelle prestazioni che sarebbe bello vedere questi trenini di cinque o sei macchine essere animati da sorpassi e controsorpassi. E invece eccoli lì tutti in fila per dieci giri, a sei decimi l’uno dall’altro, col prode Giovinazzi (a proposito…rimandato con riserva: ha dovuto stare fuori con le gomme a pezzi per diversi giri, poverino,

Catenaccio Giovinazzi: tutti in coda appassionatamente

ma il distacco rimediato da Raikkonen bisogna ridurlo, e insomma!) in grado di tenersi dietro gente con macchine più forti ma incapaci di stare in scia nelle curve veloci. Come sempre la decisione di aumentare di dieci centimetri la larghezza dell’ala anteriore è un topolino partorito da una montagna: per rivedere i sorpassi l’aerodinamica di queste macchine deve essere pesantemente rivista, e pazienza se gireranno dieci secondi al giro più lenti. Ma la montagna la pensa diversamente.

Due chicane mobili

Per finire la Williams: Kubica rompe l’ala anteriore alla seconda curva e gliene montano un’altra danneggiata perchè non hanno pezzi di ricambio. Dopo qualche giro perde per strada anche uno specchietto. Russell se ne sta per sessanta giri comodo comodo all’ultimo posto, attento a non urtare niente e a non ostacolare chi lo vuole doppiare.

Ma sì…ma in fondo di che hanno da lamentarsi tanto i ferraristi?

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.