Gran Premio numero 1000: la Ferrari…ci tiene

Il tornantino alla fine del rettilineo più lungo: qua ci si diverte

Il prossimo Gran Premio della Cina sarà il millesimo nella storia della Formula 1. Il 13 Maggio 1950 si corse a Silverstone il primo. Sono passati 69 anni. Chi l’avrebbe mai detto? Liberty Media organizzerà sicuramente festeggiamenti e celebrazioni pacchianissime, qua si preferisce guardare al futuro e sperare che si arrivi al duemillesimo. Non dovrebbe essere difficile visto che la Formula 1 è uno dei marchi più famosi del mondo e continua ad arricchire, e molto, migliaia di persone. Certo si dovrà migliorare qualche aspetto, ma il discorso si farebbe lungo, e magari lo facciamo un’altra volta.

L’autodromo di Shangai è molto bello. Peccato che sia stato costruito in mezzo al niente, il che lo rende un po’ “lunare”, ma sul tracciato, sulla varietà delle curve e sul valore tecnico della pista c’è poco da dire. Tilke quindici anni fa ci vide giusto quando lo progettò ispirandosi all’ideogramma cinese con cui si indica la metropoli di Shangai (che modo bizzarro di concepire un autodromo, poi non ci si può meravigliare se gli vengono fuori degli obbrobrii). A differenza di Melbourne e Sakhir stavolta si corre su un circuito veramente completo, con curve lente e veloci, cambi di direzione, chicane, rettilinei lunghissimi e frenate violentissime

Buemi si ritrova senza ruote anteriori nel 2010

(celebre l’incidente in prova di Buemi con la Toro Rosso, che nel 2010 si ritrovò alla fine del rettilineo più lungo senza i portamozzi anteriori, incapaci di resistere al trasferimento di carico). E’ anche una pista che per la prima volta quest’anno mette a dura prova l’equilibrio delle macchine sull’asse anteriore, con la prima curva, lunghissima e difficile sia per tempi di frenata che per traiettoria, che causerà forte sottosterzo e usura delle gomme a più di un pilota.

Fare dei pronostici non è facile, come sempre, ma stavolta un’eccezione mi sento di farla e affermo che rimarrei sorpreso se la Ferrari non riuscisse a vincere. Impressionante il passo di Leclerc due settimane fa e l’equilibrio della macchina nei test invernali a Barcellona, una pista non troppo diversa da questa, per non considerare le rosse come favorite. Il guasto del Bahrein si è rivelato di entità secondaria, tanto che il monegasco correrà con lo stesso motore, e se non si verificheranno altri intoppi contingenti stavolta la Mercedes dovrebbe trovarsi ad inseguire.

Doppietta Ferrari? Non solo una speranza…

Alla Ferrari, unica scuderia con un certo valore storico rimasto (oltre a Williams e McLaren, che però hanno problemi di natura decisamente diversa) vincere il millesimo Gran Premio fa molta gola; una vittoria storica, scacciacrisi, che assumerebbe grande importanza sia per Vettel, alla ricerca ormai da un bel po’ dello smalto perduto, sia per Leclerc che si è dimostrato già pronto per la sua “prima volta”. A Maranello ci vorrei proprio.

Tra le altre scuderie c’è curiosità nel capire la natura delle difficoltà della RedBull, che dopo un inverno di proclami è partita con due gare piuttosto mediocri, e non solo per colpa del motore. I piloti parlano di vettura “difficile”, ma gli errori progettuali di Newey sono più rari della neve a Giugno, e non credo che Horner la racconti tutta. In Cina lo scorso anno Ricciardo vinse e Verstappen fece bowling al tornantino. Quest’anno non credo che possano ambire più che a un podio.

Mick Schumacher sull’Alfa Romeo: l’incubo di Giovinazzi

Sono curioso anche di vedere se ci sono miglioramenti da parte della Renault, da cui mi aspetterei progressi costanti magari non più resi vani da problemi di affidabilità. Piloti e budget sono di prim’ordine, è una speranza largamente condivisa quella di vederli più vicini ai top three a rendere più incerta la lotta per le posizioni di vertice.

Infine una nota su Giovinazzi. Dieci giorni fa Mick Schumacher ha provato per la prima volta la Formula 1, prima la Ferrari e poi la sua Alfa Romeo. Ed è andato bene, quanto bene è difficile ed anche inutile dirlo. C’è una gran voglia, da parte di…chiunque, di rivedere quel cognome sulla griglia di partenza. Se non vuole essere lui a lasciargli il posto deve decisamente dare una svolta alla sua stagione. Nei Gran Premi disputati finora è stato lontanissimo dalla zona punti e dal compagno Raikkonen, pilota esperto ma non esattamente un rampante fulmine di guerra. Non può continuare così, altrimenti è chiaro a chi lascerà il sedile il prossimo anno.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.