Dalla nebbia invernale emerge la Mercedes, e di molto!

Le mani nei capelli per la Ferrari. Non tutte e due…facciamo una. Sette decimi dalla Mercedes nelle qualifiche del Gran Premio d’Australia in pochi se li aspettavano, ma a dire il vero non c’era voluto molto per capire che quell’ipotetico mezzo secondo di vantaggio evidenziato dalla Rossa nelle prove di Barcellona non c’era, nè in pista nè sul cronometro.

Lui sembra abbastanza tranquillo, a dire il vero…

Il distacco è notevole, inutile negarlo, sorprendente sia per chi è davanti che per chi è dietro, ma prima di fasciarsi la testa è bene considerare che non è la prima volta che in qualifica i grigi volano mentre in gara Vettel riesce a stare più vicino. Certo, ci sarà da evitare l’effetto tappo di Bottas in partenza, magari stare lontani dai guai che potrebbe causare alla prima curva un Verstappen che non ha la macchina, e potrebbe giocarsela tutta al via. Si dovrà avere fortuna con le safety car, quando ce ne saranno, il resto sono speranze. Speranze che il passo gara delle Mercedes sia più terrestre rispetto a quello sul giro singolo, speranze che in Ferrari si riesca proprio all’ultimo a riequilibrare una macchina che è troppo brutta per somigliare a quella stabilissima vista tre settimane fa sui curvoni di Barcellona, speranze che il tracciato di Melbourne, col suo asfalto sconnesso e le sue chicane, sia favorevole ai campioni in carica, mentre su altre piste gli avversari possano essere più vicini. I punti si conquistano alla domenica, le premesse sono preoccupanti, ma insomma…è troppo presto per trarre giudizi affrettati.

La grinta di Verstappen che gli è valsa la quarta posizione

Detto delle prime due squadre c’è da registrare la delusione della RedBull: dopo che Horner ha affermato pomposamente alla vigilia che se la giocavano con la Ferrari mentre la Mercedes stava dietro, il team director dei bibitari può solo ringraziare il giro alla morte di Verstappen, se almeno una delle sue macchine parte nelle prime due file. Quanto a Gasly…non pervenuto. In difficoltà già nei test invernali, se non si dà una svegliata farà bene a preoccuparsi del suo sedile, soprattutto considerata la velocità con cui Helmut Marko si innamora e si disinnamora dei suoi piloti.

C’era anche curiosità nel capire chi fosse primo nel campionato “degli altri”, quella specie di rissa continua che coinvolge gli avversari di Ferrari, Mercedes e RedBull e per i quali il podio è un miraggio. Ebbene

Grosjean esce baldanzoso dal box. Se gli avvitano le gomme meglio dell’anno scorso in gara si divertirà

nella lotta di centroclassifica i migliori sono senz’altro quelli della Haas, come dodici mesi fa. La scuderia dell’americano riesce sempre a presentarsi ai nastri di partenza con materiale di prim’ordine, tutto sta nel vedere se riesce a progredire quanto gli altri durante il campionato. Delude invece la Renault, tanto vogliosa di avvicinarsi alle prime tre quanto incapace ogni anno di farlo, nonostante gli investimenti siano quelli di una grande squadra. L’avranno durissima, Hulkenberg e il povero Ricciardo.

Per il resto poche sorprese: bravissimo Norris con una McLaren abbastanza scalcinata, così e così le Alfa Romeo, in difficoltà le rosa Racing Point, e ovviamente ultime per distacco le due Williams dell’esordiente Russell e di Kubica.

Dai Robert, animo!

Mentre Russell sembra molto eccitato dal suo esordio nella massima serie, il rientrante polacco si aggira nel paddock con un broncio che gli arriva ai piedi. Intanto ha preso due secondi dal compagno di squadra, poi racconta di come la macchina gli cambi tra le mani ogni volta che entra in pista, come si trattasse di un bizzoso destriero e non di una vettura studiata al computer. Un bruttissimo segnale. Spero che Robert abbia voglia di sobbarcarsi l’enorme mole di lavoro che lo aspetta se vuole tornare un po’ più avanti nella griglia. La sua faccia non promette niente di buono.

A domani: sei e dieci per chi ha Sky, 14 per chi accetterà di vedersela in differita.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.