A Interlagos per capire meglio l’affaire Ferrari

Ultime due gare dell’anno, ininfluenti. La prima è il Gran Premio del Brasile di domenica, ad Interlagos. Si corre su un circuito bellissimo, classico, difficile e, se piovesse, davvero insidioso. Favorevole a chi? Quasi impossibile dirlo. La RedBull e Verstappen sono andati bene nelle ultime annate, ma la Mercedes pare addirittura rinvigorita dalle vittorie dei due titoli, invece che appagata. Quindi le favorite sono sempre le frecce d’argento.
E la Ferrari? La Ferrari è alla base di un bel dilemma: reduce da due mesi eccezionali, con pole e vittorie insperate, nel gran premio di Austin di due settimane fa è stata incredibilmente lenta. Verstappen ci ha messo il carico da undici: “Succede quando si bara”.

Il solito Giamburrasca in pista e fuori

Una dichiarazione da irresponsabile, ma che potrebbe anche essere vera. Perchè effettivamente l’ “osservazione” della federazione sull’uso dei flussometri non è uscita per caso, e la coincidenza con il ritorno delle Rosse nelle posizioni di rincalzo è una conseguenza più che sospetta. Davvero Leclerc e Vettel erano irraggiungibili in rettilineo perchè alimentati da un surplus di benzina non rilevato dallo strumento di controllo? E gli avversari lo avevano capito o hanno sparato a caso? E la Federazione? Puzza tutto terribilmente di politica, di inganni sotterranei, di compromessi e baratti, proprio adesso che sta prendendo forma il regolamento del 2021.

Il flussometro: un aggeggio intorno al quale si fanno le ipotesi più fantasiose

Personalmente non azzardo ipotesi fantasiose. Ma nei motorhome si sta davvero giocando la partita della F1 del futuro (regolamento tecnico, budget cap, parti standardizzate) e non è escluso che le discussioni siano arrivate a tal punto da coinvolgere anche il mondiale in corso. Credo che la pentola bolla, e non resta che vedere cosa ne esce fuori.
Intanto la Ferrari ha espresso sgradimento per la promozione di Toto Wolff a manager di Liberty Media (sembra una notizia che non c’entra con niente, e invece può entrarci con tutto), alla Renault si teme un disimpegno della casa madre che potrebbe far partire un domino di compravendita di scuderie dall’esito imprevedibile, i team director prevedono che il 2020 sarà la stagione più costosa di sempre…Tutte notizie slegate che fanno però pensare ad un gran guazzabuglio dietro le quinte.

Toto Wolff non sarà in Brasile: lascerà la Mercedes per…comandare ancora di più?

Preferisco tornare in pista e spendere due righe per Interlagos, che ai piloti piace, e finalmente anche agli appassionati. Dopo i vari tilkodromi disseminati per il mondo si corre su una pista vera: inaugurata negli anni ’70, la versione originale dell’autodromo di San Paolo era un prodigio, un labirinto caratterizzato da una prima parte velocissima, con le prima quattro curve che parevano prese da Indianapolis, e poi una serie di pieghe tutte diverse, lunghissime, in salita o in discesa, con alcuni punti veramente spettacolari (mi viene in mente la lunghissima curva do Sol, un tornante infinito verso destra, in cui la macchina stava piegata per quasi dieci secondi, e i piloti dovevano controllare una sbandata lunghissima ad una velocità più che ragguardevole).
Poi all’inizio degli anni ’80 il Gran Premio del Brasile fu trasferito a Rio de Janeiro, nella terra di Piquet, sul bel circuito di Jacarepaguà, e di Interlagos non si seppe più niente fino al 1990. Fu quella la stagione del ritorno della Formula 1 a San Paolo, a casa di Senna, su una versione del circuito molto modificata, forse anche un po’ “castrata”, ma comunque molto interessante: si è rinunciata alla velocissima parte iniziale, per ovvi motivi di sicurezza, ma il tracciato, pur molto corto, presenta ancora molte delle difficoltà originali, e i raccordi usati per congiungere parti della pista già esistenti creano dislivelli e cambi di direzione molto tecnici.

Una formula 1 che sfreccia a pochi metri dalle favelas. Solo a Interlagos…

Insomma ad Interlagos è un piacere vedere la Formula 1, anche se dietro il muro della Juncao, si trova una delle favelas più pericolose della città, a testimonianza delle contraddizioni e dell’ingiustizia che ancora regnano in questo povero meraviglioso paese.
Per un giorno passerà tutto in secondo piano: flussometri, regolamenti, Toto Wolff e, ahimè, favelas. E’ il giorno di Interlagos, e della Formula 1 in scena in questo splendido anfiteatro naturale. Buon divertimento, speriamo.

Share it:

David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.