Degna conclusione di una stagione incomprensibile: alla Ferrari scoppia anche il problema dei piloti

Chiaramente è più colpa di Vettel, che di Leclerc. Leclerc gli ha lasciato un po’ di spazio, ed era dietro (anche se veramente di poco) quando si sono colpiti. Ma c’è anche un altro problema: Leclerc due curve prima, con Vettel che da due giri cerca di preparare l’attacco ad Albon, gli tira una staccata da paura alla S di Senna e lo supera. Per carità, alla fine se non avessero la macchina dello stesso colore non ci sarebbe niente da ridire, e l’incidente è un incidente di gara, come ne sono successi a milioni anche tra compagni di squadra. Diciamo che in Italia non ci siamo tanto abituati e quindi scoppia il finimondo anche quando due piloti si toccano mentre lottano, non dimentichiamolo, per la quarta posizione! Se fossi Binotto li lascerei bollire nel loro brodo, magari direi loro “Avete due alternative: vi tengo dieci minuti, un’ora, un giorno interno in una stanza da soli, con i filmati delle puttanate che vi siete inflitti quest’anno. Se ne uscite assicurandomi che non succede più (e se risuccede è pronto per voi un posto all’Alfa Romeo) bene, altrimenti deciderò io d’ora in avanti chi deve superare chi, e voi obbedirete senza proferire parola. Altrimenti non correrete con noi il prossimo anno”. Ovviamente poi spenderei il resto del tempo dai tecnici a cercare di scoprire perchè questa macchina va così piano, ora che si è perso (in)spiegabilmente il vantaggio della velocità in rettilineo (viene davvero il sospetto che con questi flussometri a Maranello c’avessero trovato un po’ troppo gusto), che alla fine è il problema più grave.

Max: in Brasile semplicemente spettacolare

Sì, perchè dall’Arquibancada in poi, a Interlagos non volava solo la Mercedes, ma anche la RedBull pareva avesse diversi cavalli in più rispetto ad altre volte. Osservare, per esempio, la volata tra Gasly e Hamilton, in cui il pilota Toro Rosso invece che essere sverniciato dalla Mercedes, come sarebbe successo negli ultimi sei anni, ha tenuto la posizione e conquistato un bellissimo podio.
Per il resto in Brasile, oltre agli autoscontri e alle discussioni, c’è stata, toh, anche una gara. Una gara che finchè è stata “regolare” ha mostrato una certa superiorità di Verstappen, una Mercedes sui suoi non eccezionali ultimi standard e una Ferrari terza forza, nonostante la costanza di Vettel e il bel recupero di Leclerc. Però terza forza, non di più.

Gasly ritrova il sorriso con un podio insperato

Poi ci hanno pensato una safety car inutile (bastava una VSC, al massimo, per permettere di spostare di due metri la macchina di Bottas ferma in prossimità di una comoda via d’uscita dal circuito) e il raggruppamento dei piloti a capovolgere una corsa fino a quel punto noiosa, ma anche abbastanza veritiera sul valore tecnico attuale delle macchine. Rimessi uno dietro l’altro i piloti hanno dato il via ad una specie di Rollerball, in cui ad ogni giro ce n’era uno tamponato da un altro, e il sorprendente ordine d’arrivo ne è la logica conseguenza. Sembra pure, a volte, che in Federazione lo facciano apposta, a usare impropriamente la Safety Car, in modo da ravvivare corse soporifere avviate ad un esito scontato. A questo saremmo arrivati…

Primo podio in carriera per Sainz: peccato non ce lo abbiano fatto salire…

Alla fine ad Interlagos promossi con lode Verstappen (e anche Albon), Gasly, Sainz, il motore Honda e il duo dell’Alfa Romeo (sebbene alla fine il quarto e quinto posto sappiano quasi di occasione sprecata); bocciate le Ferrari, il motore Mercedes e le Renault, che non vanno a podio nemmeno quando una buona parte delle macchine più veloci sono costrette al ritiro. Ormai in vacanza Hamilton, che se sorpassa bene, se non sorpassa pazienza, se causa un incidente, beh, meglio adesso che in altre più delicate occasioni.
Tra quindici giorni questa stagione infinita termina ad Abu Dhabi. Onestamente una gara che in pochi hanno voglia di vedere.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.