Ferrari e la grande occasione sprecata

Non avrei mai voluto essere nella commissione che doveva decidere sul quasi contatto tra Vettel e Hamilton a venti giri dalla fine del Gran Premio del Canada. Qualsiasi decisione avrebbe scontentato metà del pianeta. Per capire meglio però facciamo un po’ di storia. Per metà della storia della formula 1, diciamo fino alla fine degli anni ’80, situazioni del genere (o anche peggiori) si risolvevano con scazzottate ai box, con la riprovazione di tutti gli altri piloti (erano epoche in cui in griglia si faceva più “gruppo” e fare l’imbecille poteva costarti la punizione da parte di chiunque al gran premio successivo), ma raramente intervenivano i commissari.

La reazione un po’ infantile di Vettel alla fine del Gran Premio

Poi, diciamo da quando Prost, Senna e Schumacher hanno deciso di conquistare i propri mondiali andando allegramente addosso agli avversari, si è sentita la necessità di regolamentare un po’ quanto accadeva negli incontri ravvicinati, per evitare che la Formula 1 diventasse una specie di Rollerball dove ci potesse scappare il morto ogni domenica. E piano piano è nata una struttura vera e propria dedicata ad “arbitrare” le corse, con esiti a dire il vero discutibili. E’ evidente a tutti, infatti, che siamo oggi davanti ad uno sport “overruled”, in cui i margini di manovra sono ristretti e si vedono solo banali sorpassi col DRS o corse processionali dove le sole possibilità di scambiarsi una posizione si giocano con la strategia. Peggio ancora quando le decisioni non sono uniformi da un Gran Premio all’altro, com’è accaduto domenica a Montreal, dove la manovra di Vettel è stata giudicata molto diversamente da quella di Hamilton a Montecarlo 2016 su Ricciardo.

Ricciardo sesto dopo una gara molto grintosa

Detto questo come concludere? Penalizzazione sbagliata o giusta? Io temo di dover dire giusta. Lo dico a dispetto del mio disappunto nel vedere una splendida gara rovinata da una decisione presa a tavolino, lo dico disapprovando l’invadenza degli “arbitri” nell’esito delle gare, lo dico (ma concedendomi per una volta una valutazione non razionale) perchè lasciare vincere Vettel, o quantomeno permettergli di difendere la posizione fino alla fine, non avrebbe cambiato niente in questo mondiale già finito con sei mesi di anticipo.

Stroll festeggia col team la migliore gara della sua carriera

Però la decisione è giusta: perchè, sebbene solo il pilota della Ferrari possa confermarlo, penso proprio che la manovra sia stata volontaria. E purtroppo è l’ultimo chiodo sulla bara delle aspirazioni di Vettel, all’ennesimo errore di una carriera che negli ultimi anni è stata costellata di incertezze. Dispiace dirlo, perchè parliamo di un pilota veloce (la pole del sabato è stata un capolavoro), esperto e anche di un uomo simpatico. Ma Sebastian ha dimostrato ampiamente di non reggere la pressione del confronto diretto. Niente da dire quando riesce a fare gara a sè, ma quando arriva un avversario negli specchietti (peggio ancora quando ha il casco giallo) va in tilt. Gli è successo troppe volte. Binotto lo sta difendendo, e gli fa onore. Fare ricorso è una decisione generosa nei confronti del proprio pilota, ma onestamente a fine anno con Vettel si dovranno tirare le somme. E anche con Leclerc, che deve fare ancora esperienza, certamente, ma di cui si fatica a comprendere il vero valore visto che ad ogni Gran Premio la scuderia gli sbaglia la strategia. E io penso che il vero valore di Leclerc sia veramente alto.

Il resto del Gran Premio è stato vivacizzato da Ricciardo, bello cattivo come ai tempi belli, da Stroll che ha disputato una delle gare migliori della carriera e anche, al contrario, da Giovinazzi, che per ora non mi pare purtroppo all’altezza dei migliori venti piloti al mondo. Neanche Kubica lo è più. Dispiace davvero vederlo doppiato tre volte e lasciato a decine di secondi di distacco dal compagno di squadra. Ho seri dubbi che concluda la stagione.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.