La millesima è della Mercedes: monomarca in Cina

E sono tre. Anche nel Gran Premio della Cina i primi due posti sono appannaggio della Mercedes, come in Australia e in Bahrein, e adesso il vantaggio di Hamilton e Bottas in classifica comincia ad essere sensibile.

Leclerc davanti a Vettel prima dell’ordine di invertire le posizioni

Perfetta, come nelle prove, la vettura argentata, apparsa in pieno controllo fin dalla partenza, ha dovuto solo controllare i tentativi strategici degli inseguitori di rallentare Bottas, a dire il vero piuttosto velleitari su un circuito con un chilometro di rettilineo. Per il resto problemi zero, passeggiata per Hamilton e grande soddisfazione per aver portato a casa il millesimo Gran Premio della storia, un trofeo che dal punto di vista dell’immagine conta un po’ di più degli altri.

La Ferrari ha limitato i danni, col terzo posto di Vettel, ma su un circuito che richiede una macchina completa ha mostrato che quei tre decimi di distacco accusati in prova ci sono, indiscutibilmente, anche in gara, e a niente, se non a far arrabbiare Leclerc, sono servite le strategie fantasiose. Se ne parlerà fino al prossimo gran premio, del messaggio per il monegasco in cui gli è stato chiesto di far passare il tedesco, una decisione in quel momento non scandalosa, ma che purtroppo si è rivelata inutile visto il passo non sufficientemente rapido che Vettel

Gara decisa in partenza tra le due Mercedes

ha tenuto per tutto il resto della gara. Più grave invece, e incomprensibile, la decisione di allungare il secondo stint di Charles di qualche giro, anche dopo che era stato passato da Bottas. Leclerc è stato fuori dai box quei tre giri in più che gli sono costati la possibilità di riprendersi la posizione su Verstappen. Un errore del muretto che appare clamoroso, ma che non deve distogliere dal vero problema della squadra del Cavallino, che, ovviamente, è

 

la messa a punto della vettura. Questa SF 90 aveva illuso durante le prove invernali e invece è un bel rebus di macchina: impreparata in Australia, velocissima ma non affidabile in Bahrein (a dire il vero il guasto costato la vittoria a Leclerc è stato veramente banale, non una bella fumata di motore che fa pensare a problemi troppo seri, insomma), difficile da guidare in Cina, con l’anteriore che si bloccava con troppa facilità all’ingresso delle curve lente, su entrambi gli esemplari. Non l’hanno ancora ben capita, i tecnici

Un grande Raikkonen fa valere in gara il blasone Alfa Romeo

Ferrari, questa creatura bizzosa e certo bisognosa di sviluppi, che a detta di tutti va fortissimo in rettilineo ma pare molto difficile da bilanciare. Si vedrà a Baku, su una pista ancora diversa dalle prime tre, con curve a spigolo e un rettilineo lunghissimo, che ricorda un po’ Sakhir anche se con un asfalto di tutt’altra natura.

Il resto del gran premio ha offerto poche emozioni, se si esclude la bella gara di Raikkonen, che ha approfittato del patatrac delle due McLaren con Kvyat per portare altri punti in casa Alfa Romeo, e la bella prova di Albon, partito per ultimo e decimo al traguardo dopo una strenua difesa su Grosjean. Un mezzo disastro le Haas, poco meglio le Racing Point, ma solo grazie all’esperienza e alla partenza garibaldina di Perez, disperso Giovinazzi, per adesso, purtroppo, una vera delusione. Le Williams non hanno ancora raggiunto il fondo del gruppo. Consola che almeno arrivano a fine gara senza perdere pezzi.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.