Bagarre in Bahrein: Ferrari beffata, ma non è stata sfortuna

La Ferrari torna dal Gp del Bahrein con delle certezze, ma anche con due gravi problemi. Le certezze sono un telaio e un’aerodinamica che a Melbourne avevano fatto cadere le braccia, e che invece nel deserto hanno funzionato a meraviglia. La

Sebastian Vettel finisce di distruggere la sua gara con il collasso dell’ala anteriore

macchina sulle curve veloci è ottima e in Cina (ma anche Spagna, Inghilterra, Germania, Texas e altri) dovrebbe andare ancora meglio. In più la pole e la gara di Leclerc fanno pensare che questo monegasco dalla vocina bassa ed educata, che uno lo vede bene sul podio chiedere un flut per bere lo champagne, in macchina diventa una belva niente male, con un piede destro di quelli buoni e la freddezza di più dei suoi ventun’anni. Un bel cavallino, insomma.
I problemi invece, risolvibili ma gravi, riguardano in primo luogo il motore: i guasti avuti alla fine delle prove di Barcellona probabilmente non erano per niente banali, e dopo aver corso, ritengo, in modalità conservativa a Melbourne, su un circuito che invece strizza abbastanza il propulsore l’affidabilità è venuta a mancare. Un motore, insomma, che finora è una coperta corta, o potente o affidabile. Non è sfortuna: occorre ancora lavorare per ottenere il compromesso giusto. Un problema grave, appunto, ma risolvibile.
L’altro problema grave, più difficile da risolvere, sta seduto nella macchina numero 5. Dopo i disastri dello scorso anno Vettel è

La povera Renault, altra grande sconfitta nel deserto

stato tenuto tranquillo tutto l’inverno, poi alla presentazione della macchina hanno chiaramente affermato che in questi primi gran premi sarebbe stato lui la prima guida, e infatti quindici giorni fa hanno, giustamente, dato lo stop a Leclerc che si apprestava a strappargli la quarta posizione. In Bahrein invece è tornato il Vettel peggiore: sempre dietro al compagno di squadra in prova, sverniciato in gara, e poi incapace di resistere al ritorno di Hamilton (bisognerà capirlo, perchè fosse così lento nell’ultimo stint), fino all’inevitabile testacoda quando ormai l’inglese era praticamente già davanti. A me non piacciono i giudizi emotivi e privi di equilibrio. Ma Vettel mi pare davanti alla stessa stagione del suo addio alla RedBull, quando arrivò Ricciardo e gli si mise comodamente davanti, dopo gli anni in cui il tedesco aveva brutalizzato Webber. Se la storia si ripete con Leclerc temo che la carriera ad alti livelli di Vettel sia avviata alla conclusione, e all’orizzonte si stia materializzando una Sauber ad attenderlo.
Per il resto la corsa è stata uno divertimento: al netto delle sorprese e dei colpi di scena, tutti favorevoli alla Mercedes a dire il vero, nelle retrovie è andata in onda la solita rissa totale, con sei o sette macchina in pochi secondi e, stavolta, in grado anche di operare sorpassi e controsorpassi. Un vero spasso, tra ruote fumanti, scontri, strategie diversificate, cambi di posizione. Ne è uscito

Caccia all’uomo nelle retrovie

vincitore Norris, il ragazzino della McLaren, uno di cui sentiremo parlare. Settimo Raikkonen, il solito Raikkonen nel bene e nel male, poi Gasly, che sembra corra più sulla terza Toro Rosso che sulla seconda RedBull (a proposito, Horner e Marko invece che mettere il naso nei garage degli altri e cantare le lodi del “potentissimo” motore Honda farebbero meglio a mettere giù la pancia e lavorare, perchè questa RedBull appesa al talento di Verstappen non può andare da nessuna parte).
A punti anche Albon e Perez, su due macchine abbastanza derelitte, e fuori all’ultimo momento le due Renault, che stavano ottenendo punti importanti. Male, la Renault, se non arriva nemmeno alla fine. Ricciardo è l’ombra del campione delle ultime stagioni, Hulk rivive ogni volta il solito film.
Le Williams è rimasta tutta insieme, e ha preso solo un giro di distacco, invece di due. Piccoli passettini, forza!

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.