Gran Premio d’Austria: dietro Bottas è roulette “alla monegasca”

Uno dice: sì ma è stato un Gran Premio d’Austria molto particolare, con un sacco di safety car e incidenti, i veri valori sono quelli visti nelle prove e danno poco spazio alle speranze. Tutto vero: le macchine nere vanno come razzi, in prova e in gara, e senza qualche preoccupazione per l’affidabilità, non si sa quanto vera o quanto ingigantita, al box di Toto Wolff si sarebbero dormiti sogni tranquilli fino al traguardo.

Quasi una passeggiata per il finlandese della Mercedes

E però con questa Formula 1 che a molti non piace e che ai più vecchi e nostalgici pare uno spettacolo artificioso occorre fare alla fine i conti. I gran premi sono, e saranno sempre di più, così. Decisi da un doppiato con una ruota fissata male, dal ritiro di una Haas parcheggiata in via di fuga, rimescolati da un pit stop azzeccato o no. E domenica scorsa, da questa specie di macedonia di probabilità ed imprevisti, ne è venuta comunque fuori una gara da ricordare. Per i sorpassi finali di Leclerc, insperati dopo un avvio e un passo gara da sesto posto, per la volata di Norris, i contatti, i trenini con le Racing Point, i tanti ritiri, finalmente, che non ci si pensa mai ma sono parte integrante della suspence e della bellezza delle corse in macchina.

Dal punto di vista tecnico invece, la prima delle due manche di Zeltweg ha detto della superiorità delle Mercedes, del mistero che aleggia sulla consistenza delle RedBull (partito con gomme medie, Verstappen avrebbe potuto impensierire Bottas nel finale? E chi lo sa) dell’equilibrio delle terze forze McLaren, Racing Point e Ferrari.

Leclerc salva la Ferrari dalla prima figuraccia della stagione

La Ferrari, appunto. Terza forza, se non quinta, sicuramente, e non per peculiarità del circuito o difficoltà contingenti, ma proprio perchè in rettilineo è tra le peggiori, per scarsa potenza del motore, per un’aerodinamica troppo draggy o per entrambi i fattori, e anche in curva mostra un preoccupante sovrasterzo, che non sarà facile correggere. Un progetto nato male, che dovrà essere migliorato con profonde modifiche, ma che non ha impedito a Leclerc di fare una gara maiuscola, all’altezza delle aspettative di chi si attende da questo giovanissimo campione risultati persino superiori al suo attuale bagaglio, non di talento, ma di esperienza.

Vettel inchioda l’anteriore: il feeling con la macchina e con la squadra non c’è più

Nubi nerissime invece dall’altra parte del box: il primo gran premio della stagione ha sicuramente segnato il punto più basso della carriera rossa di Vettel, malinconico ancora prima che polemico in conferenza stampa, in sordina in qualifica e in gara e capace di svegliarsi solo per tentare un immotivato attacco a Sainz che gli è costato l’ennesimo testa coda. Addirittura deprimenti le dichiarazioni dopo la gara “Sono stato fortunato a girarmi una sola volta”. A Maranello certi piloti li hanno mandati a casa per molto meno.

Tempo per riflettere comunque non ce n’è. Da venerdi si nuovo tutti sui prati della Stiria, per il primo “back to back” sulla stessa pista della storia della Formula 1. Sarà un gran premio uguale o diverso? E’ una curiosità anche questa. Personalmente mi aspetto una griglia molto simile, perchè le prestazioni quelle sono e non cambieranno certo in cinque giorni. Ma il podio scommetto che sarà molto diverso. E non molto più rosso di domenica scorsa.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.