Leclerc e Verstappen…grazie al cielo

La notizia è che su piste “vere”, come sono ormai meno della metà di quelle del calendario, la Ferrari e la RedBull vanno alla stessa velocità. E che quindi Verstappen e Leclerc, cioè i due più talentuosi giovani che questa Formula 1 scontata, asfittica, prevedibile, sempre più assetata di soldi a scapito della passione, può presentare riescono a offrire uno spettacolo esaltante. Non credo sia un’esagerazione: vedere i due affiancati alla Stowe e poi di nuovo prendersi a ruotate alla Club e ingaggiare una lotta di tredici giri con incroci di traiettorie, staccate al limite e “chiusure” anche un po’ cattive è stato uno spettacolo fantastico. Quello che tutte le domeniche un povero appassionato di corse, allevato a sorpassi col DRS e strategie ai box come una vacca d’allevamento,  vorrebbe vedere.

Ma come fa a dire di divertirsi ancora?

Che il destino ce li conservi, questi due, che continuino più a lungo possibile ad avere macchine simili in prestazioni, che possano sfidarsi su circuiti impegnativi e tecnici, finalmente liberi da vincoli tattici o regole oscure. Perchè, tra l’altro, Leclerc e Verstappen cordialmente si detestano dai tempi del kart, e questo aggiunge, ed aggiungerà, sale e passione ad un bel confronto tra due campioni, come da tempo non se ne vedono (sia il confronto che i campioni).

Inebriato dalla sfida franco-olandese ho dimenticato tutto il resto della gara. Ed è un peccato, lo confesso, perchè anche altri piloti hanno brillato sullo storico anello inglese: Sainz, capace di tenersi dietro Ricciardo per tutta la seconda parte della gara ed agguantare così uno spettacoloso sesto posto, dopo essere partito tredicesimo, Raikkonen, sempre più anima di questa Alfa Romeo balbettante, Kvyat e Albon, e un Gasly finalmente all’altezza della macchina che guida.

Solo Vettel, in questo modo, riesce a fare fuori Verstappen

Capitolo a parte per Vettel: l’anno scorso qui aveva vinto “in casa loro”, comandava il mondiale, il suo ditino vittorioso faceva sperare i tifosi di Maranello. Quanto poco tempo basta per demolire un sogno. Adesso Vettel è un relitto, uno che sbaglia un gran premio sì ed uno no. Almeno è andato da Verstappen a chiedergli scusa, mostrando un barlume di lucidità. Per il resto è buio profondo: non si sente bene in macchina e anche quando la buona sorte gli regala, come oggi, qualche opportunità lui la butta via con incidenti da frustrato.

Sainz: più Norris lo spinge più lui reagisce. Bene così

Sono parole dure, lo so, ancora di più per me che per tante volte ho creduto di difenderlo. Ma ora come ora Vettel per la Ferrari è più un problema che una risorsa. Si avvicina il tempo di decisioni importanti.

C’è stata anche una gara per il primo e il secondo posto. Ma su quella non c’è niente da raccontare. Basti dire che appassiona di più il duello tra le due Williams.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.