Cosa aspettarsi da Abu Dhabi

Il circuito di Yas Marina, su cui si correrà domenica il gran premio di Abu Dhabi, ultimo della stagione, è molto bello.
Per i primi quattrocento metri.

La tipica curva di Abu Dhabi: raggio strettissimo con comodi cordoli e vie di fuga lunari

Per i restanti cinque chilometri è il più brutto tra quelli in calendario. Si ricordano gare emozionanti, perchè la collocazione alla fine dell’anno ha in un paio di casi permesso che si decidesse il mondiale proprio ad Abu Dhabi, come nel caso del disastro FerrariAlonso del 2010 o dell’estremo tentativo di Hamilton contro Rosberg nel 2016, con l’inglese capace di tenersi dietro quattro macchine pur di conservarsi una chance di far superare dagli avversari il tesissimo tedesco. Rosberg ne uscì vincitore del titolo ma talmente usurato mentalmente che non ne volle più sapere, nè di Hamilton nè della Formula 1.

Il tracciato del circuito arabo

Per il resto la gara di Abu Dhabi è tipicamente una delle più noiose dell’anno. Il circuito, per quanto studiato a tavolino per favorire lo spettacolo, non favorisce i sorpassi. E’ completamente piatto, privo di ritmo, senza curve impegnative e con un’ambientazione che è quanto di più artefatto si possa trovare. Però fino a quando gli emiri vorranno spendere i loro petroldollari in questo costosissimo giochino fatto di macchine che sembrano astronavi, una pista che si snoda in mezzo al deserto, ma anche in riva al mare, ma anche sotto un albergo avveniristico, ma anche alla base di una torre modernissima, ci toccherà sorbirsi come ultima puntata del mondiale questo strano Gran Premio di Abu Dhabi, spesso così “processional” da risultare monotono anche per chi guida.

L’incredibile arrivo del 2016: Hamilton tiene dietro Rosberg nel tentativo di esporlo all’attacco di Vettel e Verstappen

Scommetterei che molti dei piloti, e dei meccanici e degli ingegneri, che parteciperanno alla gara avrebbero fatto volentieri a meno di prendere il volo martedi scorso. Stremati da una stagione troppo lunga e con i due campionati assegnati, nell’emirato non ci sarebbero troppi motivi di interesse.
Però una serie di coincidenze rende questo evento più curioso del solito. Tutti e sei i piloti candidati alla vittoria (perchè ormai si è capito che sono solo sei, sempre i soliti) hanno un buon motivo per impegnarsi a fondo: Hamilton potrebbe partire da fondo schieramento per i danni al motore riportati in Brasile, e l’occasione di celebrare con una impetuosa rimonta una delle stagioni più impressionanti della sua carriera è piuttosto ghiotta. Al suo fianco Bottas vorrà sicuramente chiudere con un successo un’annata negativa, in cui ha giocato più per la squadra che per se stesso, raccogliendo davvero poco. I due piloti della Ferrari hanno stati d’animo non troppo distanti: Vettel ha vissuto i due mesi più brutti della sua carriera, e vorrà salutare con un “picco alto” questa bislacca stagione, trasformatasi rapidamente dalla ricerca di un sogno nella certezza di un incubo.

La speciale livrea con cui la McLaren celebrerà l’addio di Alonso

Raikkonen potrebbe lasciare la scuderia più importante per cui ha corso con un altro successo, anche se è sempre difficile capire cosa importi veramente al pilota finlandese, che magari invece non vede l’ora di prendersi un po’ di vacanza. Infine ci sono i due piloti RedBull. Negli ultimi Gran Premi la macchina è tornata ad un gran livello e Ricciardo potrebbe avere la chance di correre la gara d’addio alla sua attuale scuderia, che lascia per un futuro molto incerto a dire il vero, con una bella vittoria “riscatta tutto”. Quanto a Verstappen pare difficile trovare un’occasione in cui non voglia con tutte le sue forze e oltre ogni ostacolo vincere una gara.
E sarà, non dimentichiamolo, anche l’ultimo Gran Premio di Alonso. Per adesso.
Curioso dirlo, ma mi aspetto una delle gare più combattute dell’anno, e pazienza se si correrà su una pista ridicola.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.