Grande spettacolo a Monza: è la prima volta di Gasly
Tutto questo macello e poi a Monza finisce come l’anno scorso: sul podio un ragazzino con l’erre moscia a celebrare con l’inno di Mameli nelle orecchie. Non fa ridere, vero? No, effettivamente non fa ridere, tanto meno i tifosi della Ferrari. Togliamoci il dente e parliamo subito della Rossa. Che dopo aver toccato il fondo a Spa, adesso ha iniziato a scavare. E’ cinico dirlo, ma l’obiettivo attuale non è più il risultato della gara, ma fare tornare ai box i piloti tutti interi: Vettel senza freni sul rettilineo principale, Leclerc (in versione indemoniata, ringalluzzito da una safety car fortunosa, capace di superare due Alfa Romeo contemporaneamente) sparato nelle protezioni della Parabolica da questa macchina imbizzarrita, nel tentativo di sfuggire all’attacco degli inseguitori sugli infiniti drittoni brianzoli. Al Mugello dovrebbe andare meno peggio. Quantomeno, per chi ci tiene, Hamilton non raggiungerà il record di vittorie di Schumi proprio in occasione della gara celebrativa dei mille gran premi del cavallino. Ma la ricerca di una stagione peggiore di questa nella storia del team di Maranello è sempre più difficile.
Che poi il gran premio è stato anche divertente, come spesso succede quando cade un evento casuale sulla testa dei protagonisti a dividere il gruppo tra sfigati che devono ancora fare la sosta e gastoni che l’hanno appena fatta. Avrebbe stravinto Hamilton, senza quella distratta fermata ai box, avrebbe anche messo una mano e mezzo sul settimo titolo (niente paura, questione di aspettare qualche settimana). Meglio così, anche in Mercedes si divertiranno per qualche altro gran premio, a dominare, vincere, doppiare, e probabilmente provare anche qualcosa sulla macchina: i neri erano gli unici a soffrire di temperature alte nelle scie degli avversari…o non considerano neppure l’opzione di dover correre dietro a qualcuno oppure a Monza hanno estremizzato qualche soluzione per vedere fino a quanto riesce ad essere veloce questo mostro di macchina. A questo siamo.
Ha vinto un outsider, uno che un anno fa era stato disarcionato dalla RedBull e pareva destinato alla carriera di Kvyat e invece non solo ha rimesso insieme i cocci e il morale, ma dopo un ottimo inizio di stagione porta a casa anche la prima vittoria della carriera. Bravissimi, lui e quelli dell’Alpha Tauri. Bravissimi, ma un po’ meno, anche quelli arrivati dietro. Con le Mercedes e le RedBull fuori causa chi non vince rimane con l’amarezza dell’occasione persa, e infatti in Renault, Racing Point e McLaren non tutti saranno stati al settimo cielo. Colpisce in particolare lo stato d’animo di Sainz: a dieci giri dalla fine aveva praticamente ripreso Gasly, sembrava sensibilmente più veloce e in grado di agganciare il primo successo della carriera.
Poi invece non è più stato in grado di attaccare il francese, inavvicinabile a Lesmo e alla Ascari e quindi imprendibile nonostante una certa inferiorità sugli allunghi. Un podio da festeggiare o no, per Carlos? Sì, non ce ne saranno molti da qui a…due anni. No, è una vittoria sfumata, e oltretutto non vorrei che allo spagnolo fosse mancato quel quid che trasforma un buon pilota in un campione, un piazzato in un vincitore. Insomma, ci siamo capiti…uno che va in Ferrari per vincere oppure per fare lo scudiero.
Fossero questi i problemi, diranno vicino a Modena.
Buon Mugello a tutti.