A Silverstone Mercedes in difficoltà. E molto altro

Che ridere, questi due Gran Premi di seguito, disputati sulla pista leggendaria della pietra d’argento. In Inghilterra ci si aspettavano due agili doppiette della Mercedes, e invece nella prima gara, se non era per la sciagurata chiamata di Verstappen ai box per fare il giro veloce (la decisione strategica peggiore che abbia mai visto), non avremmo assistito alla vittoria su tre ruote di quel genio di Hamilton. La settimana successiva, con la Pirelli che per comprensibilissimi motivi di sicurezza (e di salvaguardia del marchio) ma anche in maniera un po’ malandrina ha cambiato le pressioni degli pneumatici, Hamilton e Bottas hanno gareggiato per metà gara con un blistering parecchio penalizzante, vedendosi sfrecciare davanti, stavolta fino alla bandiera a scacchi, il demonio olandese.

La Mercedes con leggerissimi problemi di gestione delle gomme

Interessante, la storia delle gomme. Praticamente se non azzecchi quella giusta combinazione di parametri meccanici e carico aerodinamico che permette alle mescole di funzionare nella corretta finestra di temperatura, finisci per scivolare da ogni parte, oppure consumare il battistrada anche se monti le dure, e insomma arrivare ai box su tre ruote o perderti in una strategia imprevedibile di due, tre o più soste. Non credo che qualcuno abbia capito veramente come fare. Se gli uomini di Wolff, in una settimana, ci riescono e si presentano al Montmelò domenica prossima, su un’altra pista mangia gomme, con la soluzione pronta sono veramente dei geni. Altrimenti largo ancora a Verstappen, insperato mattatore delle ultime corse, e, ottimisticamente, ancora in corsa per il mondiale.

Quanto è triste, Seb, lasciare la rossa in questo modo

E la Ferrari? La Ferrari è nel caos. Nel bene e nel male. Nel male perchè in prova va pianissimo, brancola tra assetti scarichi e alettoni nuovi, modifiche al fondo, profiletti qua e là, che non possono risolvere del tutto i problemi di una macchina assolutamente sbagliata (non solo per colpa di chi l’ha progettata, ma sulla vicenda della potenza del motore si potrebbe scrivere un libro di illazioni e sospetti). Nel bene perchè con questa carretta Leclerc sciorina un passo gara impressionante, diventa imprendibile per Racing Point, Renault e McLaren, e porta sul podio e al quarto posto la numero 14. E’ quarto nel mondiale, Charles, niente male visto che ha una macchina che paga un secondo al giro alle nere di Brackley. Stai a vedere che alla roulette delle gomme il numero giusto è il suo.

Dall’altra parte del garage piange invece Vettel. Domenica scorsa ennesimo testacoda, stavolta in una curva velocissima (ha anche rischiato qualcosa dal punto di vista dell’incolumità) dopo un errore madornale di traiettoria. Poi un tristissimo dodicesimo posto. Poi le lamentele per la strategia che gli ha importo il muretto. Poi la risposta piccata di Binotto: “Se tenevi la macchina in pista alla prima curva…”. Siamo agli stracci. Dispiace, ma questo rapporto prima finisce e meglio è per tutti.

Come se il problema fossero solo le prese dei freni…

Magari Seb ha già in tasca il contratto con la Racing Point, ma vuole aspettare gli esiti di tutta quella manfrina politica che agita il paddock, diciamo, da sei o sette mesi. A Silverstone la Federazione ha detto che nì, la Racing Point è copiata dalla Mercedes; nì, non si può fare; nì, penalizziamo la scuderia togliendo punti e soldi. Fatto sta che sabato pomeriggio Hulkenberg era terzo in griglia. Tutto questo è ridicolo: quando finirà, questa guerra tra Wolff e Stroll (padre) da una parte, e tutto il resto del mondo dall’altra non si ricorderanno più nemmeno il motivo per cui litigavano. I tifosi si ricorderanno invece quant’è brutta la Formula 1 quando invece che sulle piste si compete nelle sale riunioni o, manca poco, nei tribunali.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.