Pagelle coraggiose sui test di Barcellona

Senza voti, perchè già dare dei giudizi è complicato, mettere anche i voti significherebbe sfidare la sorte. Diciamo che sono impressioni sui test della Formula 1 a Barcellona e che, banalmente, i veri valori li vedremo solo nelle libere di Melbourne. E dopo, ancora più banalmente, inizierà la gara allo sviluppo delle macchine e tutto sarà ancora meno prevedibile. Comunque vediamo per ora cosa è parso di vedere:

Il problema elettrico che ha messo in dubbio l’affidabilità della nuova SF 90

Ferrari: fino a due ore prima della fine dei test era andato veramente tutto nel migliore dei modi. Macchina messa per terra e subito veloce. I migliori tempi sul giro, in tutte le configurazioni, ottenuti con grande facilità, e piccoli problemi di gioventù risolti in scioltezza. Poi a venti giri dalla fine della simulazione gara di Vettel (la migliore rispetto a quella di tutti gli avversari, va detto), la rossa si è ammutolita per un problema elettrico. Un problema elettrico può essere tutto, un filo che si stacca o un cablaggio da rifare del tutto. Bene così, anche a Maranello avranno qualcosa da fare nelle prossime due settimane.

Bottas con la Mercedes 2, quella riveduta e corretta che si è vista nella seconda parte dei test

Mercedes: io mezzo secondo di ritardo dalla Ferrari non l’ho visto. E’ allo stesso livello sul giro singolo, forse un po’ meno performante sul passo gara, ma insomma ci siamo. Piuttosto ho assistito a una cosa che non avevo mai visto: nei primi quattro giorni hanno portato una configurazione aerodinamica che non ha funzionato granchè, nella seconda settimana ne avevano già pronta una del tutto diversa, che si è rivelata migliore! Siccome non si progettano e si realizzano nuovi parti aerodinamiche in quattro giorni e quattro notti vuol dire che quest’inverno il team di Wolf ha lavorato su soluzioni alternative, quando le altre squadre tentavano disperatamente di farne funzionare almeno una. Qualcuno ci vede confusione progettuale, io ci vedo un’infinita “capacità di fuoco” dell’ufficio tecnico, ma sarebbe meglio dire di tutta l’azienda, che conferma l’eccezionale livello della squadra anglo-tedesca. Non per nulla hanno dominato l’era ibrida, non per nulla saranno un avversario durissimo da battere.

RedBull: il telaio e l’aerodinamica non saranno un problema. Sul motore Honda hanno invece fatto un sacco di auto propaganda. Horner e i piloti non hanno fatto altro che dire che il propulsore adesso è tutta

Gasly esce indenne dalla RedBull demolita alla curva 9

un’altra cosa, che “ora sì, altro che la Renault”, “ora siamo davanti alla Mercedes”. Può essere. Diciamo che se Gasly, in difficoltà, avesse evitato di distruggere un retrotreno con un pericoloso incidente chiudendo così in anticipo la sessione anche per il compagno di squadra, forse Verstappen l’ultimo giorno ci avrebbe fatto vedere un long run significativo. Sono un’incognita.

Renault: a occhio il treno dei primi tre non l’hanno ancora agganciato. Forse hanno guadagnato qualcosa sul gruppone del centroclassifica, ma non è esattamente il loro obiettivo. E non possono pensarci sempre Hulk e Ricciardo…

Alfa Romeo: fin troppo ottimisti dopo i primi giorni. Direi che sono dove avevano chiuso l’anno scorso. Vedremo se sapranno migliorare ancora. Non sarà per niente facile.

Kimi dà l’impressione di divertirsi un sacco con la nuova Alfa Romeo

Haas: il telaio Dallara e il motore Ferrari funzionano che è una meraviglia. Ma con la Haas i dubbi non riguardano mai la bontà del progetto iniziale, semmai la capacità di sviluppo di una squadra che spesso, durante i campionati passati, ha dato la sensazione di non essere molto “supportata”. Da quest’anno i soldi dovrebbe metterli un tipo stranissimo con un barbone lungo così che alla presentazione della macchina ha detto che staranno davanti alle RedBull. A me non dispiacciono i personaggi pittoreschi ai box, anzi. Però diciamo che nove mesi di gare sono lunghi, e che dovranno evitare di distrarsi, caviamocela così…

Toro Rosso: sempre la solita Toro Rosso. Credo farà la solita stagione da comprimario. Però Albon sembra bravino…

McLaren: qualcuno l’ha vista male, malissimo. I tempi non sono così deludenti, però, pur con tutte le variabili che possono alterarne l’interpretazione (carico di benzina, accuratezza nella scelta dell’assetto meccanico e aerodinamico, potenza data al motore). Io voglio sperare che sia l’anno della rinascita, del rimbalzo, con buona pace di Alonso che circola ai box e non si capisce se è pronto a dare una mano nel caso sia necessario oppure sia lì per constatare quanto il mondo è inutile senza di lui. A Melbourne sarà da seguire con grande curiosità.

Quanto lavoro da fare ai box Williams. Poveracci!

Racing Point: temo che siano finiti i tempi di gloria delle qualifiche tra le prime file, degli arrivi a podio o giù di lì. Ho l’impressione che per trovarla nella classifica quest’anno si farà prima a cercarla partendo dal basso che dall’alto. E a babbo Stroll, che sta comprando praticamente una carriera al figlio mediocre, gli starebbe anche bene. Per Perez invece è un peccato.

Williams: ci sarebbe da scrivere un libro per esprimere la pena. La macchina non arriva in tempo, la montano ai box e quando è in pista semplicemente in pista non ci sta per quanto è instabile. Pare una Formula 2 e mentre Russell ci mette tutto l’entusiasmo del debuttante nel ripetere le frasi che ha sentito dire dai grandi (“abbiamo tanto da lavorare”, “voglio ringraziare tutta la squadra per essere riuscita a completare la macchina per le prove”, “stiamo imparando a conoscere la vettura”) a Kubica è scappata la triste verità. Quella del cronometro. Che dice che sono più di un secondo più lenti di tutti. A dire poco. Se si ama la Formula 1 si deve tifare per questa scuderia storica, ma l’avvertimento è chiaro: sarà una sofferenza.

Domenica 17, 7.10 ora italiana: finalmente si comincia.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.