In Belgio una Ferrari all’attacco

Almeno si corre a Spa. E dovrebbe bastare. Perchè è sicuramente il circuito più impegnativo e spettacolare del calendario. Poi se la Ferrari volesse farsi un regalino…insomma, quale occasione migliore? 

Vettel davanti ad Hamilton, proprio dodici lunghissimi mesi fa

La pista sulle Ardenne, oltre a essere una delle poche che presenta ancora un tracciato completo con variazioni altimetriche importanti, dovrebbe anche adattarsi meglio di altre alla zoppicante vettura col Cavallino, che sulle colline piovigginose vicino a Francorchamps potrebbe finalmente rompere l’incantesimo e portare a casa la prima vittoria di questa deludente stagione. Di curve lente, su cui la rossa ha terribilmente sofferto fino adesso, ce ne sono solo due: la prima e l’ultima. Per il resto il circuito è fatto di rettilinei collegati da curve veloci, o velocissime, su cui il motore Ferrari dovrebbe essere in grado di sprigionare tutta la sua potenza. 

Raikkonen, un altro che, se correrà, a Spa si troverà molto bene

Certo le incognite non mancano: intanto il meteo. A Spa può piovere intensamente da un momento all’altro, magari solo su una parte del circuito, e basta sbagliare di qualche giro il momento per un cambio gomme per buttare al vento un risultato di prestigio. Inoltre il Gran Premio del Belgio arriva dopo un mese di sosta: è un mese in cui in teoria le fabbriche sono chiuse, e vanno tutti in vacanza. In realtà le menti fremono e gli ingegneri approfittano proprio di questo periodo senza gare per apportare alle vetture gli ultimi sviluppi della stagione. Niente di strabiliante, ma se qualche squadra riuscisse a fare un passo in avanti (o indietro) non ci sarebbe da sorprendersi. 

Questo ragazzino qua, Albon, guiderà una delle sei macchine più veloci del mondo…

E poi ci sono alcune novità: la più gustosa è la sostituzione di Gasly con Albon. La disinvolta politica delle “risorse umane” del team RedBull ormai non sorprende più. Certo Albon ha alle spalle appena 12 gare, e gli mettono in mano uno dei volanti più prestigiosi della griglia, a fianco di un compagno di squadra che è un vero tritacarne. Lui ha dimostrato in questo avvio di stagione di essere bravo, o bravino, ma il salto è veramente vertiginoso. Vedremo se salverà la pelle oppure finirà fagocitato dal terribile “sistema Horner-Marko“, un meccanismo implacabile che lancia in orbita o stronca le carriere di giovani virgulti, che in pochi mesi passano dalla Formula 2 alla possibilità di vincere dei gran premi, per poi magari essere cacciati con ignominia altrettanto rapidamente. E’ morale? No. E’ utile? Probabilmente no, visto che per un Verstappen ormai nel ruolo di vera e propria stella della formula 1 ci sono una decina di piloti bruciati, estromessi, declassati o passati ad altre squadre (tipo Ricciardo) quando ancora non hanno dato alla squadra i frutti attesi. E’ la politica delle Academy, con cui le grandi squadre cercano di scovare prima degli altri i giovani più promettenti, ma sinceramente non sono del tutto convinto che sia così conveniente tenere sotto contratto così tanti ragazzi (e per tanti anni), per poi disfarsene alle prima difficoltà. Il risultato, peraltro, è che quattro quinti della griglia sono occupati da piloti controllati dalle tre scuderie principali, con annessi sospetti di favoritismi o peggio ancora di veri e propri atteggiamenti da pirata, come quello del Brasile dello scorso anno quando Ocon, guarda caso “in quota” Mercedes, speronò Verstappen offrendo la vittoria al caposquadra Hamilton. La FIA dovrebbe intervenire, ed è già tardi.

Il canadese Latifi si candida al sedile di Kubica

Altre novità riguardano le prime conferme sulla composizione delle squadre del prossimo anno. Ocon, appunto, torna in griglia con la Renault, che scarica Hulkenberg (per lasciarlo alla Haas, dove dovrebbe rimpiazzare Grosjean). E poi la Mercedes ha confermato Bottas, che come secondo pilota è effettivamente perfetto.

Infine, per la terza volta, durante le prime prove libere Latifi guiderà la Williams di Kubica. Latifi è canadese, promette bene e si sta distinguendo in Formula 2. E’ in lotta per il sedile accanto a Russell in vista del 2020. Il rientro di Kubica, accompagnato da commozione e malinconiche speranze, è stato davvero un mezzo disastro. 

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.