A Montecarlo col timore del 6-0

Il torneo di tennis nel principato c’è stato un mese fa. Ma il punteggio potrebbe essere lo stesso anche con la Formula 1. Se la Mercedes piazzerà ancora una vittoria (o una doppietta) sarà la sesta di fila, ancora record, ancora un duro colpo a Ferrari e RedBull, ancora una bordata alle speranze dei tifosi di assistere ad una stagione equilibrata.

Il tornantino della Vecchia Stazione (poi Loews, ora Grand Hotel) è una delle curve più famose del tracciato monegasco

Il Gran Premio di Monaco non necessita di presentazioni: il più bello e il più anacronistico, il più elitario e il più popolare, il più difficile ma anche il più facile, se esci in testa dalla strettoia di Santa Devota. Perchè poi ti basta stare ben in mezzo alla pista e se non fai errori la posizione non te la toglie nessuno. A Montecarlo si vince il sabato, conquistando la pole, ma poi si può perdere la domenica ad ogni curva, vicino ad ogni guard rail o marciapiede di cui è disseminato questo ridicolo e fantastico circuito, l’unico in cui le macchine corrono lungo le stesse strade da sempre.
Per la Ferrari le premesse sono pessime: lenta com’era nel settore guidato del circuito di Barcellona, l’enigmatica monoposto di Binotto rischia di perdersi tra i tornantini del Mirabeu, del Loews e del Portier. E di vedere andare via gli avversari in trazione alla Rascasse e alla Santa Devota.

Un passaggio di Vettel al Portier

Dopo cinque altalenanti prestazioni i problemi di questa SF 90 sono chiari e si manifestano soprattutto nelle curve lente. La macchina non gira e ha una bassa velocità di percorrenza. C’è chi parla di un’errata geometria della sospensione anteriore, chi di un progetto in cui si è privilegiata troppo l’efficienza aerodinamica a discapito del carico. In ogni caso si tratta di problemi radicali, non risolvibili in due settimane, che fanno pensare che la stagione sia già andata. Il discorso è simile per la RedBull, che pare un po’ più avanti della Ferrari dal punto di vista del carico aerodinamico ma il motore Honda non è ancora al livello del Ferrari e del Mercedes, e allora ci si chiede se basterà l’enorme talento di Verstappen per insidiare Hamilton e Bottas, finora impegnati solo in una elegante e signorile schermaglia interna.

E se piovesse? (Magari…)

In attesa che la rivalità prenda fuoco (la mia impressione è che la scuderia d’argento quest’anno voglia concedere al finlandese diverse chances, sia per premiarlo dopo la condotta da perfetto scudiero dell’anno scorso, sia per dimostrare al pubblico, e anche ad Hamilton, che le vittorie sono frutto soprattutto dell’immensa capacità dei tecnici della scuderia) sulla ruota di Montecarlo io un euro lo scommetterei proprio su Verstappen. Deve azzeccare un giro leggendario in qualifica, e lo può fare, e poi ci penserebbe lui, a rendere un po’ meno scontato degli altri questo gran premio.
Dietro i primi sarà la solita affollatissima battaglia: la Haas ha volato a Barcellona, la Alfa Romeo invece sta facendo il passo del gambero. Nel mezzo tutti gli altri.

Anthony Noghes, inventore del Gran Premio e del Rally di Montecarlo (e della bandiera a scacchi)

Non è umanamente possibile capire chi la spunterà nelle stradine del principato, ed è un rammarico pensare a quanto sarebbe avvincente questa formula 1 se si corresse dal settimo posto in poi.
Infine una nota polemica: se, per un errore strategico, si finisce dopo un cambio gomme dietro ad una macchina più lenta a Montecarlo si perde la gara. A meno che non ti facciano passare: è già successo in
passato. Se di nuovo una Racing Point facesse passare una Mercedes, o una Haas o Alfa lasciasse strada a una Ferrari o una Toro Rosso a una Redbull, sarebbe scandaloso. E avremmo l’ennesimo segnale che questa formula 1, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche da quello del rapporto tra le squadre, dev’essere profondamente ripensata.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.