Gp d’Italia: la gara

Non è finita finchè non è finita“, ma certo ieri la Ferrari ha buttato al vento una grande possibilità di rimettere in equilibrio il mondiale.

Tre punti importanti, nel dopo Monza: 1) la Mercedes non era così lontana dalla Ferrari quanto la vittoria di Vettel a Spa aveva fatto credere. 2) La Ferrari non ha definito una strategia congiunta tra i due piloti per le prime curve. 3) Vettel sta dimostrando una certa fragilità.
Vale la pena di spendere due parole su ciascuno di questi tre punti: il primo è di natura prettamente tecnica. Il sorpasso sul Kemmel al primo giro di Spa aveva fatto pensare che come motore la Ferrari fosse superiore alla Mercedes, e in maniera tangibile. Su un circuito come Monza, dove la potenza massima conta ancora di più che in Belgio, si era ipotizzato che il margine a favore delle Rosse potesse consentire addirittura una doppietta. E invece già il tempo di Hamilton durante le qualifiche, distante solo un decimo dalla migliore prestazione di Raikkonen, doveva indurre alla cautela. In gara la situazione è stata confermata, con le frecce d’argento capaci di tenere il ritmo delle macchine di Maranello senza troppe difficoltà, e di conquistare la vittoria grazie ad una strategia aggressiva (con Bottas a fare da tappo) ma per altri versi geniale.

L’esultanza rabbiosa di Hamilton alla fine del Gran Premio d’Italia

Chiaro poi che la gara è stata condizionata pesantemente dal testacoda di Vettel al primo giro. E qui si possono tirare in ballo il secondo e il terzo punto. Sin dai primi metri Raikkonen e Vettel hanno dato l’impressione di non avere un accordo per “dividersi la pista”, o comunque per proteggersi da un eventuale attacco di Hamilton, poi puntualmente arrivato alla variante della Roggia. Non è facile stabilire degli “schemi” in partenza perchè le variabili in gioco sono tantissime, ma certo in passato si sono visti compagni di squadra in grado di difendere meglio la prima fila senza ostacolarsi ma soprattutto senza che dei tentativi di sopravanzarsi a vicenda facessero il gioco degli avversari (e Vettel ha ammesso che alla Roggia il suo comportamento è stato dettato dalla volontà di attaccare Raikkonen).

Raikkonen guida il gruppo alla Parabolica prima della ripartenza dopo la neutralizzazione dei primi giri

E qui siamo al terzo punto: il testacoda del tedesco nel duello con Hamilton è un chiaro errore tecnico. Hamilton passa all’esterno, in uno spazio che Vettel avrebbe dovuto difendere, se non avesse voluto attaccare il compagno di squadra, e di fatto i due entrano in variante appaiati. A quel punto la curva successiva è a destra, a vantaggio di Hamilton. Non si capisce se il tedesco cerca di impedirgli di passare (ma l’avversario era davanti, il tentativo era un po’ come quello di chi chiude la stalla con i buoi già altrove) oppure allarga perchè perde il controllo della macchina. Il risultato non cambia. E’ l’ennesimo corpo a corpo perso da Vettel, tanto veloce e preciso quando guida da solo quanto in difficoltà nel confronto ravvicinato, apparentemente per una certa incapacità di mantenere la calma nei momenti più concitati.

Raikkonen perplesso osserva la posteriore sinistra della sua Ferrari, il cui degrado gli è costato la gara

Adesso saranno giorni di polemiche, con Vettel e Raikkonen sotto processo proprio quando si definiscono i lineup delle squadre per il prossimo anno. C’è chi suggerisce il cambio di entrambi i piloti, o per lo meno di uno. Certo è che la Ferrari sta vedendo allontanarsi un mondiale in cui ha avuto a disposizione, per lo meno negli ultimi tre mesi, la macchina migliore.
Dall’altra parte Hamilton conferma il suo stato di grazia. La sua vittoria di Monza è arrivata dopo una delle prestazioni più belle dell’intera carriera, e l’inglese è uno che quando sente l’odore del sangue diventa ancora più difficile da battere, forte di un’autostima difficile da scalfire.

Share it:

David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.