Gp di Russia: la gara

Il Gran Premio di Russia ha mantenuto lo promesse, cioè è stata una gara tutto sommato noiosa.
Due o tre cose colpiscono, della sest’ultima prova di un mondiale sempre più indirizzato dalla parte di Hamilton.
La prima è la superiorità Mercedes: poche volte si è visto un team imporre una progressione tecnica così netta nel giro di un mese.

Valteri Bottas vincitore “morale” in Russia

A Spa Francorchamps vinceva Vettel, anche con una certa tranquillità, trenta giorni dopo la Mercedes fa doppietta in prova e in gara. E sopratutto si vede un sorpasso, come quello di Hamilton a Vettel dopo il pit stop, che è una chiara dimostrazione di quanto superiore sia la vettura dell’inglese rispetto alla Ferrari. Per carità, Hamilton hai suoi meriti anche in quella manovra. Ma normalmente seguire una macchina di pochi metri in una curva che si affronta a 240 chilometri all’ora non è facile e non è facile uscire di scia senza risentire delle turbolenze. Hamilton invece è riuscito a disinteressarsi della fisica e a saltare davanti a Vettel con apparente facilità. Segno del suo stato di forma, eccezionale, ma anche della competitività della Mercedes, che da Monza in poi sembra aver trovato tanto di quel carico aerodinamico che a meno di ritiri o incidenti il mondiale è già una questione chiusa.

Vettel le ha provate tutte per tenersi dietro Hamilton

L’altra cosa di cui si discute dopo Sochi è la legittimità degli ordini di scuderia: ci sono, si sono sempre stati e sempre ci saranno. Diciamo che Toto Wolff vuole essere sicuro di vincere il mondiale piloti con un certo margine di sicurezza (un margine largo, paragonabile a quello che piaceva…a Jean Todt quindici anni fa, tanto per intendersi). E’ quindi partito un ordine sgradevole, forse persino umiliante per Bottas. Che comunque è uomo leale e pure tranquillo, e probabilmente non ci vorrà molto tempo per vedere ripagata con una vittoria la sua fedeltà alla scuderia.
Io credo che Bottas sappia benissimo che Hamilton gli è nettamente superiore, e che finchè lo avrà come compagno di squadra le sue possibilità di vincere il titolo saranno pari a zero. Quindi pensa che, in un futuro prossimo o remoto (non si sa) se Lewis lascerà la scuderia quel fior di vettura rimarrebbe nelle sue mani e allora sì che potrebbe giocarsi qualche speranza di portarsi a casa un mondiale che con altre squadre sarebbe di molto fuori dalla sua portata. Così si spiega il comportamento da gregario che ha già messo in pratica in tanti gran premi quest’anno. Oppure è soltanto un uomo dal carattere mite, chi lo sa. 

Il solito grande Verstappen l’unico in grado di accendere un po’ di incertezza in Russia

Infine una nota per l’unico pilota che al momento è in grado di rendere vivace una gara su un circuito ridicolo come quello in riva al Mar Nero; partito ultimo Verstappen, sempre lui, ha compiuto una gran partenza, ha sorpassato (ma sarebbe meglio dire “scansato”) diverse macchine già nei primi giri e ha guidato la gara fino alla fase finale, quando ha dovuto per regolamento cambiare le gomme. Il quinto posto è un premio pure esiguo per la sua prestazione. Verstappen è stato spesso criticato, anche oltre i suoi demeriti, ma piloti così bravi, grintosi e spettacolari sono da tenere ben stretti, se si vuole che la Formula 1 non diventi una specie di costosissimo esercizio tecnico privo di passione e generosità.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.