Gp del Messico: le qualifiche

Sono state qualifiche stupende, quelle del Gran Premio del Messico. Il primo motivo: in prima fila non ci sono nè MercedesFerrari, e fino alla fine il risultato è stato incerto. Il secondo motivo: una griglia di partenza così prefigura una gara davvero avvicente e diversa dal canovaccio visto troppo spesso quest’anno.

Un grande Ricciardo conquista la pole a Città del Messico

Andiamo per ordine: sei piloti, i soliti sei, in sei decimi sono già un bell’antipasto. C’è equilibrio, tra le prime tre scuderie del mondiale, e stavolta è equilibrio vero, perchè la RedBull, per buona parte della stagione troppo distante dalle prime due per poter costituire una minaccia concreta, a Città del Messico va davvero forte, per qualche insondabile motivo legato all’altitudine, o alla temperatura dell’asfalto, o alle scelte teniche conservative della Mercedes e sbagliate della Ferrari. Nelle libere del venerdi e del sabato mattina, ancora più che nelle qualifiche, sono proprio le monoposto di Horner ad aver mostrato il passo migliore, tanto da meritarsi il ruolo di favorite.

Solo che la pole, invece che premiare per la prima volta in carriera Verstappen (e sarebbe stato il primato di precocità per un pilota di Formula 1) è stata agguantata in maniera quasi violenta dal compagno di squadra Ricciardo, il sempre brillante e simpatico Ricciardo, tanto allegro e bonaccione da togliere il sorriso dalla faccia di Helmut Marko. Helmut Marko è una specie di orco della Academy Redbull (la sua storia di ex pilota meriterebbe un approfondimento che troverà in un altro spazio l’attenzione che si merita) e di fatto sceglie, con un gesto della mano simile a quello degli imperatori romani, il destino dei ragazzi tirati su dalla scuola della scuderia di Mateschitz.

Cielo minaccioso sul circuito di Città del Messico. La pioggia potrebbe rendere ancora più incerta la gara

I favoriti del capo fanno carriera (Vettel, Verstappen su tutti) chi cade dalle sue grazie viene retrocesso in Toro Rosso oppure cambia squadra, o smette direttamente di correre in Formula 1 (il destino di Buemi, Alguersari, Kvyat). Quest’anno è toccato all’australiano, subire la retrocessione. Pur essendo un campione, pur essendo uno dei piloti più veloci della griglia, pur essendo in RedBull da tanti anni, Ricciardo ha dovuto recidere il cordone ombelicale dalla casa madre, che ormai gli preferisce chiaramente il compagno di squadra olandese, e guiderà l’anno prossimo per la Renault.

Verstappen e il suo mentore Marko, i soli non soddisfatti dopo la doppietta RedBull nelle prove del Gran Premio del Messico

Strappare a Verstappen la pole è stata una bella affermazione del proprio valore, da parte dell’australiano, che vuole lasciare alla scuderia che lo scarica una bella dose di rimpianti. Nella conferenza stampa post qualifiche sia Verstappen che Ricciardo hanno puntualizzato che non si ripeterà lo scontro fratricida di Baku, ma possiamo scommettere che nè Daniel, che ha troppa voglia di vincere, nè Max (che non alza mai il piede) lasceranno strada al compagno.

Nel chilometro tra la linea di partenza e la prima curva potrebbero anche mettersi in mostra i piloti di Mercedes e Ferrari: sia Hamilton che Vettel hanno il vantaggio del motore più potente, ma anche l’interesse a stare tranquilli,

Il padrone di casa di Perez affronta il lunghissimo rettilineo che condizionerà la partenza

il primo perchè è qui per conquistare il mondiale, non certo per fare a ruotate, il secondo deve concludere finalmente un primo giro senza sbattere e interrompere la sequenza di errori che hanno trasformato questa seconda parte di stagione nel periodo più buio della sua carriera.

Sul circuito dedicato ai fratelli Rodriguez i sorpassi non sono impossibili, quindi non è detto che si deciderà tutto alla partenza. Ma dovessi scegliere un biglietto per la gara di oggi vorrei proprio sedermi alla prima curva…

Poi vedremo le gomme, le strategie, il tempo che minaccia pioggia…Ce ne sono un bel po’, di ingredienti, per vedere una gara avvincente.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.