Gp del Giappone: la gara

Alla fine il gran premio del Giappone non è stato neppure così noioso. Lewis Hamilton ha fatto, rispetto agli altri, un altro sport, tanta e tale è stata la sua superiorità, per il resto di sono viste lotte e sorpassi, su un circuito dove, chissà per quale oscura ragione, le vetture sono riuscite a stare vicine e a duellare senza risentire troppo dei disturbi aerodinamici.

Vettel tenta il sorpasso su Verstappen: ma non c’è spazio sufficiente

L’esito era abbastanza scontato, meno scontato che dopo pochi giri Vettel fosse già quarto con un passo che prometteva abbastanza bene. Solo che un nuovo errore del tedesco  lo ha costretto al testacoda, e il resto della gara per la Ferrari, con entrambe le vetture danneggiate, è stata una mesta passeggiata.

Hamilton primo e Bottas secondo, quindi, come da previsione e come rischia di essere nei prossimi gran premi, mentre il terzo gradino del podio se lo è guadagnato il solito bellicoso Verstappen, scorretto nell’ostacolare Raikkonen ma poi bravissimo nel difendere la posizione su Vettel e, nel finale, addirittura tentare l’attacco a Bottas.

Anche per il prossimo ferrarista Leclerc una gara da dimenticare

Ferrari partite quarta e ottava e arrivate quinta e sesta, un risultato da Force India, di fronte al quale il tifoso medio si arrabbia. Si sentono già reazioni inconsulte contro i piloti, contro i tecnici e contro Arrivabene, e si diffonde sempre di più la voglia dell’uomo forte che prende per il collo la squadra (come sembra facesse Marchionne, ma non si deve dimenticare che la Ferrari ha corso fior di Gran Premi anche dopo la sua prematura dipartita e che alla Mercedes non hanno più Niki Lauda ai box, eppure le cose vanno a gonfie vele) e a suon di cazziatoni riporta miracolosamente le rosse alla competitività perduta.

Da parte mia confermo quanto detto dopo le qualifiche: la Ferrari ha fatto quest’anno una stagione ottima fino a Monza. Poi ha perso competitività, per motivi esclusivamente tecnici, e la Mercedes ne ha approfittato per rafforzare definitivamente la leadership nei due campionati.

Da Camilleri e Arrivabene deve venire la sterzata per riportare il cavallino sulla strada giusta

E’ chiaro che si deve fare meglio, è chiaro che da Vettel ci si aspetta più maturità nella gestione delle situazioni delicate, e che gli errori di strategia devono essere ridotti al minimo (ma ne ha fatti anche la Mercedes, o la RedBull, solo che quelli della Ferrari fanno sempre più rumore).

Ma a Monza si sono fatte scelte ben precise in fatto di composizione della squadra. Farebbe bene Camilleri (ecco una voce che manca tra le dichiarazioni di questi giorni) a confermarle, a difendere i suoi uomini e a lavorare per ricomporre un gruppo che si sta sfilacciando. Se ci crede. Se invece non ci crede la barca affonderà fatta a pezzi dagli stessi marinai, e ci vorrà l’ennesima ripartenza da zero al cospetto di un avversario già di per sè difficilissimo da raggiungere.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.