Gp del Brasile: le qualifiche

Al Gran Premio del Brasile, con un titolo e mezzo su due già assegnati, uno si aspetterebbe una certa tranquillità.

Neanche ai box Vettel trova pace in questa travagliatissima stagione

E invece, complice un meteo incertissimo e un nervosismo diffuso che forse solo la stanchezza di piloti e squadre che sono in giro per il mondo da Marzo con poche pause per riposarsi possono giustificare, si è assistito a un qualifica molto tirata, sia dal punto di vista del risultato che da quello dell’atteggiamento di molti piloti.

Testacoda, uscite di pista, incomprensioni, errori alle verifiche tecniche (!), rendono la griglia di partenza ancora sub judice. Mentre i commissari riflettono sull’opportunità di comminare o meno le solite smisurate e incomprensibili retrocessioni sulla griglia si può solo registrare il grande equilibrio che su questo pista caratterizza il confronto tra Mercedes e Ferrari, e le difficoltà della RedBull, apparsa competitiva sul passo gara ma indietro di mezzo secondo sul time attack.

Hamilton e Sirotkin quasi si agganciano durante i rispettivi giri di lancio!

Mezzo secondo, in una pista dove si gira in un minuto e sette secondi, è veramente tanto per poter sperare nella vittoria. Con Ricciardo arretrato all’undicesimo posto per la sostituzione di alcuni particolari del turbo (danneggiati durante le operazioni di rimozione della vettura da parte degli inservienti del gran premio del Messico…! Poi si dice che quando una stagione nasce male non può che continuare peggio…) e Verstappen che parte quinto le speranze di ripetere il successo di Città del Messico sono decisamente ridotte, per la squadra di Horner. Più facile aspettarsi un duello serratissimo tra Ferrari e Mercedes, con Vettel e Hamilton, ma anche le due seconde guide finlandesi, impegnate sin da subito in una corsa a quattro che potrebbe essere decisa dal minimo dettaglio:

Hamilton ad Interlagos si ispira a Senna nei colori del casco…e non solo

dal fatto che la Ferrari può partire con le soft e non con le supersoft, quindi si pone già in buona posizione per un possibile overcut; dalla leggera superiorità delle Rosse sui tratti veloci, sottolineata proprio da Hamilton durante questi due giorni di prove; dalla superiore predisposizione al maledetto blistering denunciata dalla Ferrari durante le simulazioni di gara.

Poi si sa come vanno le corse: magari una toccata in partenza o uno scroscio d’acqua (non previsto a dire il vero, se non dopo la gara) scombussolano i piani di tutti e c’è da improvvisare eccome.

In questo caso vince Hamilton, di solito.

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David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.