Cosa aspettarsi da Spa

Un mese, per lo sviluppo di una macchina di F1, è tanto tempo. Le migliori menti del pianeta hanno tempo per analizzare dati, studiare soluzioni nuove, coprire le falle. A Spa, un mese dopo l’ultimo gran premio di Ungheria, i team porteranno evoluzioni di motore, pacchetti aerodinamici e tutto quanto può servire per migliorare la competitività nella seconda metà della stagione.

Tutto sta nel vedere chi ci ha azzeccato. Ho meglio, chi ci ha azzeccato di più. Perchè tra Mercedes e Ferrari la differenza è stata finora minima, probabilmente a vantaggio della Ferrari, che ha praticamente annullato il gap di motore che c’era negli ultimi anni e continua ad essere migliore nella gestione delle gomme. Ma, appunto, in un mese le cose possono cambiare, e anche in maniera piuttosto sensibile. L’anno scorso bastarono quei trenta giorni prima del Gran Premio del Belgio perchè Hamilton si involasse nel mondiale, avvantaggiato dai progressi della Mercedes e soprattutto dai problemi di affidabilità che affiorarono sull’ultima specifica della Power Unit del cavallino. Vedremo stavolta se durante la pausa estiva qualcuno ha sbagliato direzione.

 

Ci sarebbe anche la RedBull. Ma se da una parte è lecito aspettarsi di tutto da quel genio di Adrian Newey, dall’altra è molto probabile che Ricciardo e Verstappen continuino a pagare dal punto di vista del motore, sia come potenza che affidabilità. I rapporti con la Renault sono a un passo dalla rottura, la prossima stagione la RedBull avrà i motori Honda e c’è da credere che i motoristi francesi non abbiano investito molte risorse per correggere i problemi che da tutto l’anno affliggono le macchine di Horner. E a Spa il motore conta, eccome se conta.

In mezzo al gruppo c’è infine da registrare l'”affaire” Force India. La scuderia è sommersa dai debiti, sono apparsi dei nuovi acquirenti, ma la situazione non è ancora definita, e in sostanza chi ha i soldi non ha i titoli per partecipare e viceversa. Per partecipare al gran premio del Belgio le macchine rosa hanno bisogno di un permesso unanime di tutti gli altri team, che si dichiarino disposti a chiudere un occhio. Gli squali del paddock non sono molto propensi a chiuderlo, l’occhio, specie se la preda è un altro predatore, e non un mansueto animale da ultima fila.

Ovviamente a Spa potrebbe piovere. Per tutto il weekend, o per parte delle prove, o per parte della gara. E allora tutto potrebbe cambiare: strategie, assetti, capacità dei piloti potrebbero sovvertire i valori tecnici e portare a risultati imprevedibili. E’ il bello di Spa, che il destino lo mantenga in calendario ancora a lungo, questo splendido circuito.

Share it:

David Bianucci

Mi chiamo David Bianucci, e sono nato a Prato nel 1972. Dal 1981 non mi perdo un gran premio di Formula 1. Nel frattempo ho studiato, fatto sport, adesso lavoro come ingegnere meccanico ma la passione non si è mai spenta. Vivo in Veneto con moglie e tre gatti. Non posso più prendermi due ore per andare a vedere le macchine che girano al Mugello, ma questo non frena certo la mia voglia di parlare di corse. Vi aspetto.